Nuovo Foglietto Settimanale
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Andrà a Finire Bene
I questi giorni il mio pensiero va alla Pasqua dell’anno scorso. Una Pasqua da «Sabato Santo». Una tomba sigillata. Un pesante macigno era stato posto sulla nostra vita, sui nostri sogni e progetti. Sembrava impossibile rimuoverlo.
Quest’anno da quella tomba anche se non è completamente aperta, si vedono dei bagliori che danno speranza. Ancora un po’, manca poco all’alba … alla Risurrezione. Coraggio!
Maria, la madre di Gesù, aveva accompagnato suo Figlio fin sulla croce, accogliendo il suo ultimo respiro. Poi se ne era andata. Non voleva piangere e perdere tempo nella sepoltura di Uno che da lì a poco sarebbe risorto.
In questa Pasqua vogliamo stare accanto a Maria per imparare a credere ancora nella risurrezione.
Coraggio bambini, ragazzi, «ancora qualche ora» e l’alba della vostra risurrezione con il ritorno a scuola sta per arrivare.
Coraggio giovani, «ancora qualche ora» e i vostri sogni e i vostri progetti riprenderanno forma e colore.
Coraggio donne e uomini, «ancora qualche ora» e il lavoro riprenderà e tornerà finalmente la gioia e la serenità in famiglia.
Coraggio medici, infermieri, operatori sanitari, «ancora qualche ora» e finalmente potete riposarvi e recuperare le tante forze profuse in questi lunghissimi mesi.
Coraggio persone sole e ammalate, «ancora qualche ora» e potete finalmente sorridere nuovamente alla vita.
Carissime amiche e amici, anche quest’anno noi frati desideriamo rinnovarvi il nostro affetto e il nostro pensiero soprattutto nella preghiera. Siamo felici di vivere con voi questa Pasqua, seppur con i dovuti limiti.
Vi auguriamo che la fiducia e la speranza non venga mai meno perché da quando Gesù è risorto non possiamo più aver paura.
Con S. Francesco: Il Signore vi benedica e vi custodisca.
Buona Pasqua. Con affetto
I vostri frati
A. Pastorello, Luciano, Franco, Antonio, Anicet e Gabriele
Il Natale di Gesù e di Maria
Gesù, in questo Natale, il mio pensiero va ai medici, infermieri, operatori sanitari che nella tempesta pandemica con amore, forza e coraggio si sono donati ad ogni persona per salvarla. Non si sono tirati indietro e tanti di loro hanno perso la vita per amore. Così hai fatto anche tu Gesù 2.000 anni fa quando ti sei fatto bambino per condividere la nostra esistenza, per salvarci.
Conoscevi la nostra situazione di fatica, di stanchezza e di morte, ma non hai avuto paura, non ti sei tirato indietro. Il tuo amore ti ha spinto fino a donare la tua vita per noi.
E con te tua madre Maria. A lei veniva chiesto l’impossibile: avere te Gesù, figlio di Dio, il Messia. Quando sei nato ti ha accolto con infinito amore ma anche con altrettanto stupore: un Dio che si fa uomo e nasce da una donna. E’ rimasta senza parole quando ha visto i pastori giungere alla tua grotta. Come è possibile! Lei sapeva che il Messia alla sua venuta avrebbe sterminato persone come i pastori, persone disgraziate, cattive e peccatrici. Invece tu li hai accolti con il tuo dolcissimo sorriso … Cosa stava succedendo? E dopo 8 giorni quando ti hanno portato al tempio tua madre si sente dire dal vecchio Simeone che tu saresti stato “Luce per illuminare le genti”. Ma come: tu eri venuto solo per gli ebrei! E tua madre non capisce.
E poi, all’età di 12 anni i tuoi genitori ti portano al tempio e tu “ti perdi”. E a loro che con affanno ti cercavano: “non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio”? …e tua Madre ancora una volta non capisce.
Ma sarà sempre così fino all’ultimo istante della tua vita quando, deposto dalla croce, ti ha stretto tra le sue braccia: “Come è possibile … il Messia che doveva dominare il mondo … umiliato, disprezzato, trattato come un delinquente, ucciso tra atroci sofferenze. Perché?
E la risposta, dopo tante sofferenze e dubbi, è arrivata: la RISURREZIONE: pienezza di ogni vita, risposta ad ogni interrogativo.
Caro Gesù, tua madre ci insegna a “custodire ogni cosa nel proprio cuore”: mi succede qualcosa, non la capisco? Non importa, devo custodirla e a suo tempo capirò, a suo tempo ogni cosa mi parlerà e mi sarà chiara. Ecco la speranza.
Allora Natale vuol dire: credere, accettare, accogliere.
Grazie Gesù per la tua venuta tra noi e per tua madre Maria che ha saputo sempre fidarsi della Parola del Padre tuo.
(P. Gabriele)
NATALE: Con Maria la TENEREZZA di Dio
O Dio ti sei fatto bambino nascendo da una donna. Maria ti ha accolto con infinita dolcezza, ti ha accarezzato, baciato, stretto al suo cuore e tu coccolato da tanto amore sei diventato tenerezza per il mondo intero.
Accanto a Maria hai dimenticato la povertà, i disagi, la solitudine di quel momento. Non ti sei arrabbiato, non hai perso il tuo dolce sorriso, ma hai saputo donare a chi ti guardava speranza e fiducia in qualcosa di bello e di grande.
Anche il nostro Natale di quest’anno assomiglia più che mai al tuo e abbiamo bisogno come te di tua madre, Maria.
Maria, sii accanto anche a noi in questo Natale così strano e irreale. Abbiamo bisogno della tua dolcezza, delle tue carezze, dei tuoi baci che ci aiutino a vivere questo momento difficile dove ci è negato ogni abbraccio, ogni carezza perfino nel momento di lasciare questa esistenza, mentre tu, almeno, hai potuto abbracciare e baciare il tuo Gesù nel momento della sua morte.
Aiutaci Maria a credere che quel Gesù che tu hai accolto tra le tue braccia è venuto per noi per aiutarci a non perdere la speranza. Facci assaporare la dolcezza e la tenerezza che oggi ci è spesso negata. Abbiamo paura anche delle persone più care perché potrebbero contagiarci.
Aiutaci a non perdere la luce e la bontà dei nostri occhi, unico mezzo che abbiamo per comunicare tra noi. Donaci la speranza che insieme, con te e il tuo Gesù accanto, possiamo riprendere il nostro cammino dopo questo momento di fatica.
Scenda su tutti voi e sulle vostre famiglie la tenerezza di Dio.
Buon Natale.
La Comunità dei frati:
A. Pastorello, Luciano, Franco, Gabriele, Antonio, Anicet
Vivere il tempo del covid-19
Signore, mi hanno chiesto di rimanere in isolamento senza avere contatti ravvicinati con gli altri, nemmeno con i miei confratelli. Tutto all’improvviso quando non te l’aspetti: accompagni un tuo confratello che ha difficoltà a camminare a fare un controllo e ti ritrovi, pur avendo usato tutte le precauzioni, in isolamento perché quel tuo confratello è risultato positivo senza alcun sintomo.
Signore stiamo vivendo un momento tanto difficile che ci riempie di paura e di ansia. Abbiamo paura di tutto e di tutti. Tutti possono essere dei potenziali pericoli da evitare.
Questa non è vita Signore!
Ci viene da chiederci: perché non ci rispondi Signore? Sembri sordo o indifferente al dolore di tante persone che perdono la vita senza un affetto, una carezza, un bacio; alla fatica dei medici e infermieri che giorno e notte cercano di arginare questa tempesta impietosa; alla solitudine di tanti anziani relegati nelle case di riposo; alla disperazione di tante persone che sono costrette a chiudere le loro attività lasciando sulla strada innumerevoli famiglie senza sostentamento.
Eppure Signore so che tu ci sei ... ma perché non ti vedo e non ti sento? Sono diventato cieco e sordo?
Mi viene in mente la tua esperienza Gesù sulla croce quando nella tua umanità disperata per la sofferenza e l’abbandono, hai gridato “Padre perché mi hai abbandonato?" Ma Dio non ti aveva abbandonato anche se tu stavi morendo. E l’hai capito e ti sei lasciato andare al Padre con fiducia. E il Padre ti ha accolto per donarti una vita immensamente più grande: la Risurrezione.
Sì anche quel momento tragico di Gesù era vita come lo è la nostra.
Che il Signore ci aiuti a fidarci ancora di Lui, a prendere in mano la nostra vita così come ce la ritroviamo per darle ancora un senso. Infonda in noi la speranza che insieme, seppur divisi, possiamo ancora camminare nella vita.
(P. Gabriele)
Prime Comunioni 2020
Dopo tanta attesa, paure e speranze abbiamo potuto celebrare le Prime Comunioni per una quarantina di bambini e bambine. Non tutti insieme come era nostro desiderio, ma a gruppi più piccoli. L’emergenza che stiamo vivendo ha spronato la nostra fantasia a trovare strategie nuove e adeguate. Abbiamo trasformato la nostra chiesa in una grande sala con al centro l’altare, Gesù, e intorno, formando una grande barca, i bambini con i loro famigliari. Tutto nel rispetto del distanziamento prescritto.
Per i bambini e bambine, ma anche per tutti i famigliari, è stata una grande festa. La bellezza di trovarsi insieme, pur divisi, attorno a Gesù, incontrarlo in mezzo a loro, poterlo stringere idealmente tra le loro braccia, un Gesù non lontano o in alto ma alla loro portata.
Tutto questo ci ha insegnato una cosa: mai perdersi di coraggio di fronte ai problemi e alla difficoltà. Non dimentichiamo che con noi c’è sempre il Signore che ci dona la forza necessaria. Chiede semplicemente la nostra fede, la nostra fiducia e disponibilità. “Con Te noi faremo cose grandi” ci dice una nota canzone.
Un grazie particolare ai catechisti che con grande dedizione e amore hanno accompagnato i nostri bambini e bambine al loro primo incontro con Gesù.
Un grande grazie alle tante persone che hanno creduto, hanno donato il proprio tempo per realizzare quello che sembrava rimanere un sogno.
Grazie ai nostri frati che, nonostante l’età, sono stati sempre presenti nell’accoglienza e nella disponibilità al sacramento della Riconciliazione.
Grazie a quanti con umiltà e dedizione si sono prestati per la pulizia e l’addobbo della chiesa.
Grazie al nostro Coro per aver rese belle ed emozionanti tutte le celebrazioni. Sono stati chiamati ad un servizio impegnativo e continuo al sabato e alla domenica e l’hanno reso con disponibilità e gioia.
Grazie ai Ministranti per la loro disponibilità al servizio liturgico.
Grazie ai genitori dei bambini e bambine per aver avuto fiducia in noi e per aver collaborato per la sistemazione della chiesa.
Grazie infine ai bambini e bambine perché con la loro gioia ed entusiasmo ci hanno aiutato a credere sempre nella vita soprattutto nei momenti di difficoltà.
Grazie di cuore a tutti
(P. Gabriele)
Maria di Nazareth … Madre in un Giorno di Festa
10 Maggio Festa della mamma
In una casa di Cana di Galilea c’è una grande festa: gioia, canti e balli per la felicità di una coppia. In questo pranzo nuziale c’è anche Gesù in mezzo alla gente che canta, ride, balla, è felice. La bellezza di un Dio che si fa trovare a tavola, gode della gioia delle sue creature. Lui crede nell’amore, lo benedice, lo apprezza, se ne prende cura e lo sostiene. Molto spesso abbiamo pensato che al divertimento Dio preferisse il sacrificio e abbiamo ricoperto il Vangelo con un velo di tristezza. Ma non è così: Dio lo troviamo soprattutto nelle piccole/grandi gioie della terra. Nel dolore Dio ci accompagna, ma non porta mai il dolore.
Gesù inizia la sua vita pubblica da una festa, da una storia d’amore per dirci che il suo rapporto con l’uomo è un rapporto nuziale fatto di festa e di gioia.
A questa festa c’è anche Maria. Anche lei mangia, ride, danza, è felice, ma insieme osserva ciò che accade attorno a lei. Lei è madre e il suo sguardo discreto le permette di vedere ciò che nessuno vede: non hanno più vino. Manca qualcosa, non di essenziale, ma che dà qualità alla vita. Nella Bibbia il vino è simbolo dell’amore felice tra un uomo e una donna, tra l’uomo e Dio. Qualcosa di immensamente grande ma nello stesso tempo tanto fragile, che può venir meno e mancare.
Maria si avvicina a suo Figlio e gli sussurra: «Non hanno più vino».
Non hanno più vino … esperienza che stiamo facendo in questo tempo. Siamo stanchi di questa situazione che sembra non finire mai, privi di energia, di passione e di entusiasmo.
Non hanno più vino … esperienza del dolore per la perdita di persone care, e per non aver potuto accompagnarle con amore e dignità.
Non hanno più vino … esperienza delle continue preoccupazioni per il lavoro, per un domani incerto a livello famigliare, affettivo e culturale.
Non hanno più vino … esperienza di tante persone sole, malate, in difficoltà economiche e psicologiche, persone oggetto di violenza e di indifferenza.
Maria non aspetta la risposta di suo Figlio ma dice ai servi: «Fate quello che vi dirà». La forza incredibile di una madre che «piega» suo Figlio perché intervenga, perché si prenda cura della felicità di quella coppia.
Anche oggi Maria è accanto a noi e si accorge che ci manca il «vino», la felicità e lo fa presente al suo Gesù. Ci invia da suo Figlio sicura che Lui interverrà.
Gesù ci chiede di portargli tutta la nostra «acqua», la nostra povertà e fragilità, il nostro dolore, le nostre preoccupazioni … Lui saprà trasformarla nel migliore dei «vini», saprà far tornare nei nostri volti e nella nostra vita il sorriso e la gioia.
Invochiamo Maria perché ci sostenga in questa fiducia nel Figlio suo.
Con la preghiera e con l’affetto
(P. Gabriele)
Ripresa celebrazioni liturgiche
Da lunedì 18 maggio riprenderanno le celebrazioni liturgiche.
𝐒𝐢 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐫𝐝𝐚 𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐬𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚 𝐝𝐚𝐥 𝐩𝐫𝐞𝐜𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐟𝐞𝐬𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐢 𝐝𝐢 𝐞𝐭𝐚' 𝐞 𝐝𝐢 𝐬𝐚𝐥𝐮𝐭𝐞.
Maria di Nazareth … Accanto a Noi
Maria, una ragazza di Nazareth. Un giorno l’angelo Gabriele ti dice: “Sii felice Maria, Dio si è chinato su di te, si è innamorato di te e ti stringe in un abbraccio. Dio ha scelto il tuo grembo per farsi uomo”. Tu rimani senza parole, ma avverti l’amore infinito di Dio, lo Spirito Santo, che ti rende madre. “Eccomi”, sussurri, e ha inizio il grande sogno di Dio per noi.
Da quel momento sarai accanto a questo Figlio per capirlo, aiutarlo e sostenerlo nel progetto che Dio gli aveva affidato. Ci saranno momenti di difficoltà, di paura, di incomprensione, ma mai dimenticherai il momento in cui Dio si è innamorato di te. Rimani accanto a quel Figlio che a 12 anni ti risponde: “Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?” Parole difficili ma custodite nel tuo cuore con fiducia. Rimani accanto a quel Figlio durante la vita pubblica soprattutto quando lo credono un pazzo, uno squilibrato per il solo fatto che predica l’amore, l’accoglienza e il rispetto per tutte le persone. Rimani accanto a quel Figlio soprattutto nel momento del dolore, della sofferenza.
Penso che in quei momenti tu abbia incoraggiato e sostenuto il suo cammino. Pur con le lacrime agli occhi, pur non capendo il perché di tanta cattiveria e crudeltà verso una persona che aveva fatto solo del bene, gli sussurravi: “Coraggio figlio mio, sono qui con te, non aver paura, il Padre tuo non ti ha abbandonato, anche se tutto te lo fa credere. Tutti abbiamo bisogno del tuo amore, della tua vita, per riavere la nostra vera vita”.
E alla fine hai stretto per l’ultima volta quel corpo martoriato, senza vita. L’hai stretto forte tra le tue braccia con quell’affetto di sempre preparandolo alla risurrezione. Tutti l’avevano abbandonato, nessuno più credeva in Lui, nella sua risurrezione, ma tu sì perché nel tuo cuore hai sempre coltivato il momento in cui Dio ti ha stretta nel suo abbraccio e ti ha chiamata: “Amata per sempre”.
E ancora oggi Maria sei accanto a noi perché non hai dimenticato le ultime parole di tuo Figlio: “Donna, ecco tuo figlio”, ecco tutti i tuoi figli per i quali io dono la mia vita.
Ti preghiamo Maria, in questo mese di maggio a te dedicato, di accompagnarci in questi giorni tristi per illuminarli di speranza e fiducia. Rimani accanto alle tante famiglie che hanno perso un loro caro, alle famiglie che stanno vivendo situazioni di grande disagio economico e affettivo.
Sii accanto e sostieni medici, infermieri e volontari: fa’ che siano le nostre mani per fare una carezza, dare un ultimo bacio a chi si trova a lottare per la vita.
Maria madre della salute tienici stretti al tuo cuore.
P Gabriele
Resta con noi Signore perché si fa sera
Due discepoli si stanno allontanando da Gerusalemme verso Emmaus, amareggiati e delusi dall’esperienza con Gesù, ormai morto da tre giorni. Lungo il cammino Gesù in persona si fa loro compagno, li rincuora e li aiuta a capire quanto è successo. Giunti a destinazione, mentre Gesù sta per continuare il cammino lo “supplicano” di rimanere con loro: “Resta con noi Signore perché si fa sera” (Lc 24,29).
Resta con noi Signore … perché abbiamo paura in questo momento, perché si fa sera: abbiamo paura per noi e per i nostri cari.
Resta con noi Signore … Penso alle persone a noi care che ora non ci sono più, al dolore per non aver potuto dar loro un’ultima carezza, un bacio.
Resta con noi Signore … Mi stringe il cuore per il sacrificio di tanti medici e infermieri che hanno lottato notte e giorno senza risparmiarsi per curare gli ammalati.
Resta con noi Signore … Mi dispiace per i numerosi bambini della nostra comunità che avevano in programma la loro Prima Comunione a maggio. Non si farà e non è possibile fissare un altro momento certo.
Resta con noi Signore … Vedo la delusione nei bambini che si stavano preparando alla loro Prima Confessione, all’incontro con Gesù che come un papà buono ti accoglie sempre pronto ad aiutarti nei momenti di difficoltà e di fragilità. La data prevista a fine aprile/inizio maggio è da aggiornare aspettando tempi migliori.
Resta con noi Signore … Penso alla preoccupazione e all’amarezza di alcune coppie che si stanno preparando al matrimonio. Momento di grande incertezza, di sogni e investimenti affettivi ed economici a rischio.
Resta con noi Signore … Mi addolora chi è solo e non ha nessuno che l’aiuti, chi non può vedere i propri genitori, i figli, i nipoti, il fidanzato, la fidanzata. Chi è oggetto di violenza in casa, chi sta male e non sa come curarsi, chi è preso dal panico o dalla depressione e tanti altri che per motivi diversi soffrono a causa di questa situazione.
Resta con noi Signore … Penso alla nostra chiesa vuota e priva di quel calore che ogni domenica ti riscaldava il cuore. Attesa … non possiamo vivere senza Eucaristia: ne va della nostra vita spirituale. Ci deve pur essere un modo per superare questa difficoltà. E’ vero c’è la possibilità della Comunione Spirituale ma non si può vivere una relazione solo con il pensiero o con il desiderio, abbiamo bisogno di un incontro “fisico”, abbiamo bisogno di mangiare quel “Pane” chi ci sostiene e ci da vita. Abbiamo bisogno di una comunità.
Sì o Signore, abbiamo bisogno della tua presenza in questa “sera” che ci spaventa. Fermati a cena con noi per spezzare ancora una volta il pane per noi, per “aprire i nostri occhi” e capire che tu sei il Risorto, colui che può infondere in noi sempre nuova speranza e fiducia. Fa “ardere” il nostro cuore con la tua Parola e fa che presto ritorniamo a sederci a tavola con te nella Celebrazione Eucaristica con la nostra comunità.
Noi frati vi ricordiamo sempre con affetto e ogni giorno preghiamo per voi
(P. Gabriele)
Dio non lasciarci in balia della tempesta
«Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca … ci siamo tutti».
(27 marzo 2020 - Preghiera di Papa Francesco per la fine della Pandemia)
Il giorno di Pasqua alle donne che si allontanano dal sepolcro vuoto per dare l’annuncio della Risurrezione, Gesù dice loro: Non temete, andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno” (Mt 28, 9). Gesù risorto invita anche noi ad andare in “Galilea”, nella nostra realtà fatta spesso di fatica, di fragilità, di incontri diversi, la nostra quotidianità: qui lo possiamo incontrare.
In questo momento così faticoso dove incontriamo Gesù risorto?
Papa Francesco ci propone un lungo elenco di incontri con il Risorto. Sono i «Medici, infermieri e infermiere, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo».
Queste persone in questo momento sono la presenza viva del Risorto che ci ripete: «Non abbiate paura, io sono accanto a voi in questa difficile lotta».
In questo periodo nella nostra realtà parrocchiale vedo la presenza del Risorto anche attraverso i nostri volontari della Caritas. Persone che tengono costantemente i contatti con i poveri, preparano le buste con gli alimenti da consegnare ai bisognosi. Vanno loro stessi a fare la spesa di alimenti freschi grazie alle offerte di persone generose e sensibili.
Gesù nessuno l’ha visto risorgere in quella notte, ma noi ne abbiamo la certezza attraverso queste persone umili, semplici, disponibili che hanno capito che la vita ha senso e valore se la doniamo agli altri. Grazie a nome di tutta la comunità parrocchiale. Ricordandovi sempre nella preghiera, con affetto
(P. Gabriele)
Dio onnipotente e misericordioso,
guarda la nostra dolorosa condizione:
conforta i tuoi figli e apri i nostri cuori alla speranza,
perché sentiamo in mezzo a noi la tua presenza di Padre.
(Papa Francesco)
La tomba vuota la Mia Chiesa vuota
Il giorno di Pasqua entro in chiesa, nella mia chiesa ed è vuota. Guardo il grande crocifisso sul fondo e mi viene un nodo alla gola … Dio dove sei? Dove ti hanno nascosto? Dov’è la mia comunità che ogni domenica incontravo: un abbraccio, una stretta di mano, un sorriso, quel vociare allegro e gioioso dei bambini, dei ragazzi, degli adulti, che esprimeva la gioia di un incontro. Dove sono ora? Tutti chiusi in casa nella paura ma anche nella speranza.
Nella mia mente rivedo l’esperienza di Maria di Màgdala la mattina di Pasqua. Va al sepolcro per incontrare il suo Gesù «morto», ma si ritrova di fronte ad un sepolcro vuoto. E’ spaventata: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!» (Gv 20,2). E mentre piange fuori dal sepolcro Gesù le si avvicina e la chiama per nome «Maria». Lei riconosce la voce e il suo cuore batte forte forte. Il mio Gesù è vivo, è risorto!
«Perché cercate tra i morti colui che è vivo?» (Lc 24,5).
«Non temete, andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno» (Mt 28,10).
Ecco, Gesù, il Risorto, mi invita a lasciare il sepolcro vuoto per ritrovarLo nella vita di ogni giorno: nei medici, infermieri, volontari e forze dell’ordine che ogni giorno donano «Vita, Resurrezione» a tante persone malate e bisognose. Nella mia famiglia nel prendermi cura dei miei figli, di mio marito o di mia moglie e degli anziani, genitori e nonni. Nel rimanere in casa e nel rispetto delle leggi per essere fonte di «Vita, Resurrezione» per me e per gli altri. Nei momenti di preghiera personale per invocare «Vita, Resurrezione» per me e per tutte le persone.
Carissime amiche e amici, noi frati sentiamo la vostra mancanza. Ci mancate, e tanto! Ogni giorno nella Celebrazione Eucaristica nel Pane e nel Vino che offriamo a Dio per mezzo di Gesù Cristo ci siete anche voi, con le vostre preoccupazioni, paure, momenti di dolore, ma anche con la vostra speranza.
Con le parole di Papa Francesco vi invitiamo: Fate un gesto di tenerezza verso chi soffre, verso i bambini, verso gli anziani. Dite loro che i Frati vi sono vicini e pregano, perché il Signore ci liberi tutti presto dal male.
Vi auguriamo che questa sia per tutti voi una Pasqua speciale che vi aiuti a sentire la voce del Risorto che vi chiama per nome: «Maria, Paolo, Michela, Andrea … non temere, Io sono con te sempre, non ti lascerò mai».
Con S. Francesco: Il Signore vi benedica e vi custodisca.
Buona Pasqua. Con affetto
I vostri frati
A. Pastorello, Luciano, Franco, Antonio e Gabriele
Cristo non ha mani: ha soltanto le nostre mani per fare oggi il suo lavoro
Francesco d’Assisi, “amante di ogni forma d’umiltà, si trasferì presso i lebbrosi, restando con loro e servendo a loro tutti con somma cura. Lavava loro i piedi, fasciava le piaghe, toglieva dalle piaghe la marcia e le ripuliva dalla purulenza. Baciava anche, spinto da ammirevole devozione, le loro piaghe incancrenite, lui che sarebbe ben presto diventato il buon samaritano del Vangelo. Per questo motivo il Signore gli concesse grande potenza e meravigliosa efficacia nel guarire in modo meraviglioso le malattie dello spirito e del corpo”. (FF. 1045)
Leggendo questa pagina delle Fonti Francescane il mio pensiero va ai tantissimi ospedali, ai poveri pazienti disperati ma nello stesso tempo fiduciosi, ai medici e infermieri che donano il loro tempo e il loro cuore per quei loro fratelli e sorelle in gravi difficoltà. Medici e infermieri hanno sì paura di essere contagiati, sono stremati dalla fatica, ma la loro dedizione, il loro amore sono più grandi della paura e della fatica. Come Francesco di Assisi non se ne vanno, anzi pur consci di rischiare la vita scelgono di rimanere.
A me piace vederli come degli ANGELI, presenza di Dio che non abbandona la sua creatura. Sono accanto ai malati, ai moribondi che per necessità sono abbandonati da ogni affetto. Sono loro che raccolgono l’ultimo respiro dei malati, sono loro che con i loro occhi, unica parte del corpo visibile, a volte bagnati dalle lacrime dicono: “non aver paura, ci sono qua io, non ti lascio”. Vorrebbero far sentire loro la dolcezza di una carezza o di un bacio … ma tutto questo lo esprimono con i loro occhi. E poi la straziante telefonata ai famigliari, la voce interrotta dalla commozione, ma anche la rassicurazione di averlo accompagnato come fosse stato un loro famigliare.
Grazie medici, infermieri, volontari. Ci state dando una testimonianza bellissima di un amore concreto, di un amore che si prende cura di ogni fratello e sorella che incontrate durante le vostre interminabili giornate.
Grazie perché rendete visibile la presenza di Dio, il suo amore per ogni persona, un amore fatto di accoglienza, di rispetto e di tenerezza.
Grazie perché, come Francesco di Assisi, state vivendo quanto Gesù diceva nel Vangelo: “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. (Mt 25,40).
Grazie perché con il vostro esempio rendete l’umanità più vera e fraterna, in una parola più UMANA.
Con S. Francesco: Il Signore vi benedica e vi custodisca.
Con affetto
P. Gabriele
La Preghiera: un’energia per il mondo
“In questo periodo sento il bisogno di pregare, forse per la paura, o forse, chissà…”. “In ufficio ora parliamo anche di Fede, cosa impensabile fino a qualche tempo fa”. “Ho paura per me e per i miei cari … ma con la preghiera trovo più coraggio e serenità”.
Frasi che in questo periodo si sentono da tante persone.
La preghiera … la Fede … Dio … Un bisogno assopito perché frastornati dalla corsa frenetica della vita e a volte dalla presunzione dell’onnipotenza dell’uomo. Oggi tocchiamo con mano la nostra fragilità, il bisogno gli uni degli altri, scopriamo quanto ci mancano le piccole cose di ogni giorno non sempre valorizzate perché date per scontate.
Francesco d’Assisi dopo l’esperienza della guerra, dei suoi sogni di gloria infranti, della prigionia, torna ad Assisi e incomincia a scoprire il suo bisogno più profondo: il bisogno di Dio.
“Da allora, sottraendosi al chiasso del traffico e della gente, supplicava devotamente la clemenza divina, che si degnasse mostrargli quanto doveva fare. Intanto la pratica assidua della preghiera sviluppava sempre più forte in lui la fiamma dei desideri celesti e l’amore della patria celeste gli faceva disprezzare come un nulla (Ct 8,7) tutte le cose terrene. Sentiva di avere scoperto il tesoro nascosto e, da mercante saggio, si industriava di comprare la perla preziosa, che aveva trovato, a prezzo di tutti i suoi beni (Mt 13,44-46)”. (F.F. 1033).
Penso che Francesco abbia imparato a pregare soprattutto nel momento in cui ha toccato con mano, ha sperimentato la sua precarietà, la sua fragilità.
Pregare. Perché? E a che cosa serve?
“Pregare è caricarsi dell’energia di Dio”. “Pregare è quello spazio dove lo Spirito soffia, dove la vita si risveglia. Dove si accetta di correre un rischio: il rischio di cambiare la propria vita”. “La preghiera è aprirsi al cambiamento abbracciando le nostre ferite”.
Pregare è qualcosa che facciamo per noi, non per Dio, non per la Madonna o i Santi. E’ qualcosa che facciamo per risvegliare in noi il senso della pace, per risvegliare in noi quella parte di amore per il prossimo, quella parte di positività, di meraviglia, di gratitudine. Gesù ci ricorda: “Coraggio, io ho vinto il mondo”. Ho vinto, non vincerò. E questo perché chi si mette in sintonia con l’Amore (Dio) è già vincitore, qualunque cosa gli accada. Il male, il potere, tutte le cose negative sono sconfitte da chi si mette nella luce di Dio.
Quando si prega si immette nel mondo l’energia di Dio (la sua Grazia) che si espande alle persone per le quali preghiamo e a tutta l’umanità.
Anche se siamo lontani uniamoci e abbracciamoci forte forte con la preghiera.
Con affetto
P. Gabriele
L’esperienza di Francesco d’Assisi prigioniero
“Si combatteva tra Perugia ed Assisi. In uno scontro sanguinoso Francesco fu fatto prigioniero assieme a molti altri e, incatenato, fu gettato con loro nello squallore del carcere. Ma, mentre i compagni muoiono dalla tristezza e maledicono la loro prigionia, Francesco esulta nel Signore (Cfr. Sal 34,9), disprezza e irride le catene. Afflitti come sono, lo rimproverano di essere pieno di gioia anche nel carcere, e lo giudicano svanito e pazzo. Ma Francesco risponde con tono profetico: «Di cosa pensate che io gioisca? Ben altro è il mio pensiero: un giorno sarò venerato come santo in tutto il mondo». In realtà è così: si è avverato completamente ciò che ha predetto.”
(F(onti) F(rancescane) 584 e 1398)
Dopo un anno di prigionia Francesco torna a casa e da quel momento la sua vita cambierà. Dopo un nuovo tentativo di tornare a combattere, il Signore in un sogno gli parla e finalmente Francesco si arrende abbandonando i suoi sogni … “Signore che cosa vuoi che io faccia”?.
Forse, in qualche modo, anche la nostra esperienza da “reclusi” può assomigliare a quella di Francesco e ci possiamo chiedere: che ne facciamo di questo tempo di “prigionia”? Francesco ci insegna a valorizzarlo, a non perdersi d’animo, a cercare in queste misteriose vicende qualche traccia della presenza di Dio nella nostra vita. Una traccia bellissima sono i tanti medici e infermieri che stanno donando la loro vita per noi al di là di ogni credo. Persone che pur cadendo a terra per lo sfinimento psicofisico si rialzano perché accanto a loro c’è sempre, senza sosta, un fratello o una sorella che sta soffrendo ed è in pericolo di vita. Persone che con la loro vita ci stanno dicendo: “Coraggio, ce la faremo, non arrendetevi”. Queste persone stanno vivendo in modo esemplare l’insegnamento di Cristo che per primo ha dato la sua vita per noi. Ed è bellissimo e commovente. Meritano tutto il nostro affetto, applauso e preghiera. Questi sono i nostri veri eroi e i Santi di oggi.
Un’altra traccia della presenza di Dio tra noi sono i tantissimi volontari che vengono incontro a tante persone bisognose e sole. Anche loro donano il loro tempo e il loro amore senza alcuna ricompensa al di fuori dell’affetto e del sorriso delle persone che assistono.
Ancora, l’intelligenza umana che ci mette a disposizione sempre nuove tecnologie per poterci vedere, incontraci e parlare seppur virtualmente.
Questo e tante altre piccole/grandi cose che questo tempo ci offre, ci fanno capire che la vita è qualcosa di immensamente bello e grandioso e vale la pena, come Francesco, di spenderla per degli ideali grandi e significativi.
Sempre con affetto
P. Gabriele
L’esperienza del limite
Carissimi, sentiamo tutti il peso di questo momento che ci fa vivere qualcosa di misterioso e di inaspettato. E’ un tempo difficile perché non siamo abituati, perché sentiamo che la nostra libertà viene limitata, perché, forse, ci pensavamo onnipotenti … ma ora tocchiamo con mano la fragilità dell’esistenza umana. Forse vorremmo che Dio, attraverso le nostre preghiere, risolvesse questi problemi, ma Dio non ci libera da ogni malattia, da ogni male, ma ci aiuta in ogni malattia.
Noi come comunità di frati, chiusi anche noi nel nostro convento, abituati all’incontro eucaristico giornaliero e soprattutto domenicale, sentiamo la vostra mancanza. Vi siamo vicini e vi pensiamo ogni giorno: pensiamo a chi tra voi è ammalato o solo; a chi tra voi è avanti negli anni e deve cercare ogni precauzione; pensiamo a voi genitori nell’impegnativo compito di stare accanto ai vostri figli che mal sopportano la “reclusione” tra quattro mura, bisognosi di spazi e di incontri; pensiamo a voi bambini e ragazzi, pieni di vita, di sogni e di speranze, costretti a limitare e a gestire il vostro bisogno di muovervi, il vostro bisogno di affetto vissuto e nutrito attraverso incontri ed esperienze affettive.
Non vediamo le “regole” sempre come un limite alla nostra libertà, ma anche come un aiuto per crescere, maturare e star bene tutti.
Ogni mattina noi frati ci ritroviamo nella cappella del convento per pregare. Nella celebrazione eucaristica preghiamo per voi. Mettiamo sull’altare le intenzioni di ognuno di voi e le presentiamo all’infinito amore di Dio nostro Padre perché ci aiuti a vivere questo momento con forza e serenità.
Forse in questo momento il Signore ci sta aiutando ad accogliere la consapevolezza del limite. Pur essendo grandi per la nostra intelligenza sentiamo di vivere in un mondo per sua natura limitato. Tutto questo non ci deve deprimere ma aiutare a prendere coscienza e a valorizzare quanto di bello abbiamo in noi e attorno a noi e che diamo spesso per scontato.
Sentiamoci comunità, famiglia. Troviamo un po’ di tempo per la preghiera che è lo strumento più potente che abbiamo. Preghiamo gli uni per gli altri non per “alienarci” o piegare Dio alla nostra volontà ma per accogliere e vivere i suoi disegni di amore per noi. Nella nostra preghiera facciamoci aiutare da Maria, madre della salute.
Non dimentichiamoci di ringraziare il Signore per il dono dei medici e operatori sanitari che stanno donando tutto se stessi per noi. Preghiamo per loro perché il Signore li sostenga nel loro eroico impegno quotidiano.
E per noi perché sappiamo seguire i loro consigli per il nostro e il loro bene.
Un abbraccio a ciascuno di voi.
Vi vogliamo bene.
P. Gabriele, Pastorello, Luciano, Franco e Antonio
Raccolta per Caritas Parrocchiale
La Caritas della nostra parrocchia invita tutti i parrocchiani a portare qualcosa la domenica. I beni necessari per aiutare le famiglie seguite sono:
riso, pasta, pastina x brodo, latte, fagioli, piselli, tonno, sgombro in scatola, polenta, pan bauletto, cereali x colazione, biscotti, marmellata, crema da spalmare, merendine x la scuola, succhi frutta brick x la scuola, zucchero, farina, minestre in busta, risotti in busta, sughi pronti, pesto, doccia shampoo, spazzolini, dentifrici, detersivo pavimenti, detersivo lavatrice, detersivo piatti, assorbenti, Pannolini n°5, sapone liquido, saponette, carta igienica, fazzoletti di carta x naso, deodoranti, spugnette x lavare piatti
Calendario Catechismo 2019/20
Di seguito, potete trovare il calendario degli incontri di Catechismo del'anno 2019/20
Visita Pastorale del Vescovo
La visita pastorale del nostro Vescovo Giampaolo per la nostra comunità parrocchiale avrà luogo da GIOVEDI' 14 NOVEMBRE a DOMENICA 17 NOVEMBRE
“La Visita pastorale è sostanzialmente la presenza del Vescovo presso la Comunità cristiana ed è finalizzata ad incrementare la vita cristiana, attraverso l’incoraggiamento per le cose buone e anche la correzione per quelle bisognose di essere rimesse nel binario del bene”.
(Da “Visita Pastorale del Vescovo” , nota pastorale di Mons. Giampaolo Crepaldi)
Inizio Attività Gruppo Post-Cresima
Un nuovo anno pastorale sta per iniziare e con il gruppo del "post-cresima" vorremmo riprendere e portare avanti la bella esperienza iniziata con il campo scuola a luglio scorso. E per iniziare bene abbiamo pensato di proporre una giornata un po' speciale per stare assieme ma soprattutto per far stare assieme i ragazzi. Il nostro primo obiettivo per quest'anno sarà proprio quello di "creare gruppo" e fare in modo che i ragazzi, tutti i ragazzi, si sentano sempre più a casa.
Domenica 29 settembre, dopo la messa delle h. 10.00, ci fermeremo in oratorio, genitori e ragazzi, per pranzare e passare il pomeriggio assieme: sarà l’occasione per rincontrarci e vedere assieme i video e le foto del camposcuola. Noi animatori penseremo ad una pasta per tutti, chi vuole può contribuire con un secondo/contorno/dolce. Per poterci organizzare al meglio vi chiediamo di dare conferma della vostra partecipazione, al parroco o ad uno degli animatori, quanto prima.
Con l’occasione vi daremo anche tutte le indicazioni logistiche ed organizzative per l’anno che sta per iniziare.
In questi giorni abbiamo mandato una mail di invito ai contatti che avevamo, ma naturalmente il gruppo è aperto a tutti i ragazzi/e fino alla seconda superiore compresa, che volessero fare una bella esperienza di gruppo!
Vi aspettiamo numerosi!
p. Gabriele, Anna, Gabriele, Luca, Miriam, Silvio
Riprende il Cammino di Catechesi
Con lunedì 23 settembre alle 16.30 riprendiamo il cammino di Catechesi dell’Iniziazione Cristiana del nuovo anno pastorale 2019 - 2020. Un cammino che vede un centinaio di bambini e ragazzi impegnati attraverso incontri, attività varie e gioco nell’incontrare Cristo. Tappe importanti accompagneranno questi bambini e ragazzi nei vari anni: la prima Confessione, la prima Comunione e la Confermazione. Un cammino che non si esaurisce con la Cresima ma che si desidera continui nel gruppo del Post Cresima e dei Giovanissimi.
Domenica scorsa i Catechisti e Animatori si sono incontrati al Santuario di Monte Grisa per pregare e riflettere insieme sul compito così bello e importante di accompagnare questi bambini e ragazzi all’incontro con Cristo.
Al termine di questa mezza giornata di Ritiro una conclusione: Con i bambini e ragazzi non servono tante parole o contenuti particolari, ma hanno bisogno di essere aiutati a vivere un’esperienza di gruppo serena e gioiosa con dei testimoni credibili e coerenti. Hanno bisogno di sentirsi “a casa” assieme alla Comunità. Di scoprire un Gesù molto concreto e vivo, un Gesù che entra nella loro vita, nei loro giochi, nelle loro attività, un Gesù accogliente e rispettoso, buono e misericordioso che per amore ha donato la sua vita. Crescendo in questo clima l’incontro con Cristo continuerà ad essere bello e gioioso e soprattutto duraturo.
(P. Gabriele)
Domenica 29 settembre ore 11.00:
(al termine della S. Messa delle ore 10.00), in Franciscanum, presentazione del cammino di catechesi per l’anno 2019 - 2020 assieme al parroco ed ai catechisti. I vostri ragazzi potranno giocare in oratorio accompagnati
dai nostri giovani animatori.
Festa Patronale di San Francesco (2019)
Venerdì 4 ottobre, giorno del nostro patrono San Francesco, siamo tutti invitati alla S. Messa comunitaria delle ore 19.00. Come da tradizione seguirà un momento conviviale.
Per l’organizzazione della festa ciascuno potrà contribuire secondo le proprie possibilità