DIECI PUNTI per la BUONA CARITA’ (continua)

(continua)

7. L'approccio che la nostra Caritas vuole adottare è quello del Welfare generativo, che favorisce una migliore gestione delle risorse (umane e materiali) dei poveri e attiva la forza della speranza nella presa di responsabilità da parte delle famiglie aiutate. Ci impegniamo a conoscere meglio questo sistema operativo della carità perché il nostro intervento generi maggiore autonomia, e non maggiore dipendenza (che si riscontra spesso e volentieri dove l’aiuto è orientato quasi esclusivamente in senso economico).
8. CARITA': è dare senza aspettare il contraccambio; RINGRAZIAMENTO: è restituire con un gesto/segno quanto ricevuto perché, alla fine, ogni persona umana ha bisogno (e può farlo!) di dare e ricevere; “Non c’è nessun ricco che non abbia bisogno di ricevere e nessun povero che non possa dare”. Senza chiedere niente alle persone/famiglie da noi seguite, cerchiamo di costruire relazioni e ponti offrendo loro la possibilità di ringraziare con libertà e creatività.

9. Non lasceremo perdere l’occasione ai poveri di inserirsi, sempre con libertà, nella vita della comunità parrocchiale, nei tempi e nelle modalità che troveremo opportune. Per esempio nella festa di S. Francesco e di S. Antonio, con la partecipazione ai giochi e alla cena fraterna. Ciò darà reciproca possibilità di conoscersi, rispettarsi e aiutarsi, creando integrazione sociale. Favorirà inoltre la possibilità che altri gruppi parrocchiali, una volta passata la situazione di emergenza, si assumano l’impegno di continuare ad accompagnare la persona/famiglia che ha chiesto aiuto.

10. Come Caritas parrocchiale ci impegniamo non solo a mantenere il costante rapporto di aiuto con quella diocesana, ma anche a migliorare il collegamento con le altre equipes parrocchiali del Decanato di s. Antonio Taumaturgo. Non sarà solo una reciproca comunicazione di nomi degli assistiti ma anche un confronto dei metodi di operatività.

 

Il nostro Arcivescovo chiede ad ogni parrocchia di tenere questa linea di informazione e di aiuto:

  • Chi vuole aiutare con offerte in danaro, le consegni alla Caritas parrocchiale o a quella diocesana;
  • Chi chiede un aiuto economico, si rivolga alla Caritas parrocchiale o a quella diocesana.

In questo modo evitiamo il disagio ed imbarazzo che si crea con le persone che chiedono l’elemosina fuori della porta di chiesa. Non c’è nessun divieto o peccato nel fare un’offerta libera alla persona simpatica che ce lo chiede, ma certamente non è la maniera migliore (la più sbrigativa, sì) per aiutare le persone bisognose e per fare la carità, insieme.

In comunione con il Vescovo ... è meglio!