La Preghiera: un’energia per il mondo

In questo periodo sento il bisogno di pregare, forse per la paura, o forse, chissà…”. “In ufficio ora parliamo anche di Fede, cosa impensabile fino a qualche tempo fa”. “Ho paura per me e per i miei cari … ma con la preghiera trovo più coraggio e serenità”.

Frasi che in questo periodo si sentono da tante persone.

La preghiera … la Fede … Dio … Un bisogno assopito perché frastornati dalla corsa frenetica della vita e a volte dalla presunzione dell’onnipotenza dell’uomo. Oggi tocchiamo con mano la nostra fragilità, il bisogno gli uni degli altri, scopriamo quanto ci mancano le piccole cose di ogni giorno non sempre valorizzate perché date per scontate.

Francesco d’Assisi dopo l’esperienza della guerra, dei suoi sogni di gloria infranti, della prigionia, torna ad Assisi e incomincia a scoprire il suo bisogno più profondo: il bisogno di Dio.

Da allora, sottraendosi al chiasso del traffico e della gente, supplicava devotamente la clemenza divina, che si degnasse mostrargli quanto doveva fare. Intanto la pratica assidua della preghiera sviluppava sempre più forte in lui la fiamma dei desideri celesti e l’amore della patria celeste gli faceva disprezzare come un nulla (Ct 8,7) tutte le cose terrene. Sentiva di avere scoperto il tesoro nascosto e, da mercante saggio, si industriava di comprare la perla preziosa, che aveva trovato, a prezzo di tutti i suoi beni (Mt 13,44-46)”. (F.F. 1033).

Penso che Francesco abbia imparato a pregare soprattutto nel momento in cui ha toccato con mano, ha sperimentato la sua precarietà, la sua fragilità.

Pregare. Perché? E a che cosa serve?

“Pregare è caricarsi dell’energia di Dio”. “Pregare è quello spazio dove lo Spirito soffia, dove la vita si risveglia. Dove si accetta di correre un rischio: il rischio di cambiare la propria vita”. “La preghiera è aprirsi al cambiamento abbracciando le nostre ferite”.

Pregare è qualcosa che facciamo per noi, non per Dio, non per la Madonna o i Santi. E’ qualcosa che facciamo per risvegliare in noi il senso della pace, per risvegliare in noi quella parte di amore per il prossimo, quella parte di positività, di meraviglia, di gratitudine. Gesù ci ricorda: “Coraggio, io ho vinto il mondo”. Ho vinto, non vincerò. E questo perché chi si mette in sintonia con l’Amore (Dio) è già vincitore, qualunque cosa gli accada. Il male, il potere, tutte le cose negative sono sconfitte da chi si mette nella luce di Dio.

Quando si prega si immette nel mondo l’energia di Dio (la sua Grazia) che si espande alle persone per le quali preghiamo e a tutta l’umanità.

Anche se siamo lontani uniamoci e abbracciamoci forte forte con la preghiera.

Con affetto

P. Gabriele