Cristo non ha mani: ha soltanto le nostre mani per fare oggi il suo lavoro

Francesco d’Assisi, “amante di ogni forma d’umiltà, si trasferì presso i lebbrosi, restando con loro e servendo a loro tutti con somma cura. Lavava loro i piedi, fasciava le piaghe, toglieva dalle piaghe la marcia e le ripuliva dalla purulenza. Baciava anche, spinto da ammirevole devozione, le loro piaghe incancrenite, lui che sarebbe ben presto diventato il buon samaritano del Vangelo. Per questo motivo il Signore gli concesse grande potenza e meravigliosa efficacia nel guarire in modo meraviglioso le malattie dello spirito e del corpo”. (FF. 1045)

Leggendo questa pagina delle Fonti Francescane il mio pensiero va ai tantissimi ospedali, ai poveri pazienti disperati ma nello stesso tempo fiduciosi, ai medici e infermieri che donano il loro tempo e il loro cuore per quei loro fratelli e sorelle in gravi difficoltà. Medici e infermieri hanno sì paura di essere contagiati, sono stremati dalla fatica, ma la loro dedizione, il loro amore sono più grandi della paura e della fatica. Come Francesco di Assisi non se ne vanno, anzi pur consci di rischiare la vita scelgono di rimanere.

A me piace vederli come degli ANGELI, presenza di Dio che non abbandona la sua creatura. Sono accanto ai malati, ai moribondi che per necessità sono abbandonati da ogni affetto. Sono loro che raccolgono l’ultimo respiro dei malati, sono loro che con i loro occhi, unica parte del corpo visibile, a volte bagnati dalle lacrime dicono: “non aver paura, ci sono qua io, non ti lascio”. Vorrebbero far sentire loro la dolcezza di una carezza o di un bacio … ma tutto questo lo esprimono con i loro occhi. E poi la straziante telefonata ai famigliari, la voce interrotta dalla commozione, ma anche la rassicurazione di averlo accompagnato come fosse stato un loro famigliare.

Grazie medici, infermieri, volontari. Ci state dando una testimonianza bellissima di un amore concreto, di un amore che si prende cura di ogni fratello e sorella che incontrate durante le vostre interminabili giornate.

Grazie perché rendete visibile la presenza di Dio, il suo amore per ogni persona, un amore fatto di accoglienza, di rispetto e di tenerezza.

Grazie perché, come Francesco di Assisi, state vivendo quanto Gesù diceva nel Vangelo: “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. (Mt 25,40).

Grazie perché con il vostro esempio rendete l’umanità più vera e fraterna, in una parola più UMANA.

Con S. Francesco: Il Signore vi benedica e vi custodisca.

Con affetto

P. Gabriele