ROMA e ASSISI 13/16 febbraio 2025
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In collaborazione con la V Circoscrizione Barriera Vecchia - San Giacomo del Comune di Trieste
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La chiesa di San Francesco di Muggia con annesso convento, originariamente eretta nel 1388 con il contributo di Bertolin Malasterva di Piacenza, si dice fondata da Sant’Antonio da Padova stesso; è stata quasi completamente rinnovata già nel 1411, perchè ritenuta troppo piccola, e oggi rappresenta un interessante esempio di gotico francescano. Dell’antico convento, soppresso in età napolenica, rimane solo il pozzo al centro del cortile della chiesa, e sui cui resti oggi sorge la nuova casa parrocchiale a firma dell’architetto triestino Romano Boico inaugurata nel 1964. L’edificio medievale era circondato da mura, in parte visibili ancora oggi, e dell’originaria struttura difensiva rimangono solo una torre e due porte.
La facciata presenta una lunetta con una scultura a tutto tondo della Vergine in trono con Bambino, sopra il portale d’ingresso, mentre sul lato sinistro un’iscrizione rinascimentale con lo stemma di Malasterva racconta la storia della chiesa. L’edificio è arricchito da tre significative sculture del Novecento: un prezioso Sant’Antonio in facciata e un incisivo San Francesco nel chiostro della casa canonico, entrambi eleganti bronzi dello scultore triestino Nino Spagnoli, nonché un raffinato gesso dipinto dello scultore muggesano Giuseppe Negrisin.
L’interno della chiesa conserva preziose testimonianze del passato, sul pavimento le lastre tombali con stemma che ricordano le antiche famiglie patrizie di Muggia del Cinque e Seicento, mentre negli altari laterali custodisce tre importanti opere: una delicata scultura della Pietà del Quattrocento, studiato esempio di Vesperbild, una Madonna allattante, tempera tardogotica, e infine una Madonna della Cintura, dipinto seicentesco del pittore veneziano Pietro Liberi.
(https://muggiacultura.eu/cultura/percorsi/percorsi-nelle-chiese/)
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La chiesa di Sant’Antonio Vecchio (o della Beata Vergine del Soccorso) era anticamente dedicata a San Francesco, come riporta il carmelitano Ireneo della Croce (Trieste 1625-Venezia 1713) nel suo celebre testo del 1698 Historia antica, e moderna: sacra, e profana, della città di Trieste: “Fuori dalla città, ma ad essa contigui, il più antico è quello dei “Reverendi Padri Minori Conventuali di San Francesco”, fondato per quanto da immemorabile tradottione fermamente si tiene dal Glorioso Sant’Antonio da Padova del medesimo ordine.”
(https://quitrieste.it/2017/10/santantonio-vecchio/)
La tradizione fissa al 1229 la fondazione del primo insediamento francescano a Trieste, con il titolo di San Francesco a cui si aggiunse successivamente quello di Sant’Antonio, con la chiesa consacrata nel 1234 dal vescovo Givardo I.
Nel 1246 è già documentata la presenza della confraternita di San Francesco. La chiesa venne ricostruita nel 1560 e successivamente modificata nel 1774, mutando il titolo in Beata Vergine del Soccorso per la presenza della pala, collocata sopra l’altare maggiore ed eseguita a Graz da Federico Emmerth, copia della tela di Pietro de Pomis che si trova tutt’ora nella chiesa dei Frati Minori Conventuali di Graz.
Nel piano della politica ecclesiastica giuseppinista, nel 1783 il convento veniva soppresso.
Rigoglio nel legame stretto con la città: nel convento aveva sede una scuola dotata di una ricca biblioteca, unica scuola fino al 1620, quando un’altra fu aperta dai gesuiti; importanti documenti per la storia della città venivano conservati nel convento. Nel corso del XVII secolo il legame tra frati e città si rafforzò grazie alla devozione a sant’Antonio proclamato nel 1666 compatrono della città di Trieste assieme ai Santi Martiri locali. La devozione al Santo di Padova aumentò e i fedeli cominciarono a chiamare la chiesa dei Minoriti Sant’Antonio invece di San Francesco.
Una volta edificata la chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo nel Borgo Teresiano, il popolo, per distinguere le due chiese, le denominò per semplicità Sant’Antonio Vecchio e Sant’Antonio Nuovo.
Il 17 novembre 1938 i Frati Minori Conventuali ritornano nuovamente a Trieste, edificando in via Giulia una nuova chiesa, dedicata a S. Francesco d'Assisi.
(https://www.sanfrancesco.ts.it/J4/parrocchia/storia)
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La chiesa di Sant’Antonio Vecchio (o della Beata Vergine del Soccorso) era anticamente dedicata a San Francesco, come riporta il carmelitano Ireneo della Croce (Trieste 1625-Venezia 1713) nel suo celebre testo del 1698 Historia antica, e moderna: sacra, e profana, della città di Trieste: “Fuori dalla città, ma ad essa contigui, il più antico è quello dei “Reverendi Padri Minori Conventuali di San Francesco”, fondato per quanto da immemorabile tradottione fermamente si tiene dal Glorioso Sant’Antonio da Padova del medesimo ordine.”
(https://quitrieste.it/2017/10/santantonio-vecchio/)
La tradizione fissa al 1229 la fondazione del primo insediamento francescano a Trieste, con il titolo di San Francesco a cui si aggiunse successivamente quello di Sant’Antonio, con la chiesa consacrata nel 1234 dal vescovo Givardo I.
Nel 1246 è già documentata la presenza della confraternita di San Francesco. La chiesa venne ricostruita nel 1560 e successivamente modificata nel 1774, mutando il titolo in Beata Vergine del Soccorso per la presenza della pala, collocata sopra l’altare maggiore ed eseguita a Graz da Federico Emmerth, copia della tela di Pietro de Pomis che si trova tutt’ora nella chiesa dei Frati Minori Conventuali di Graz.
Nel piano della politica ecclesiastica giuseppinista, nel 1783 il convento veniva soppresso.
Rigoglio nel legame stretto con la città: nel convento aveva sede una scuola dotata di una ricca biblioteca, unica scuola fino al 1620, quando un’altra fu aperta dai gesuiti; importanti documenti per la storia della città venivano conservati nel convento. Nel corso del XVII secolo il legame tra frati e città si rafforzò grazie alla devozione a sant’Antonio proclamato nel 1666 compatrono della città di Trieste assieme ai Santi Martiri locali. La devozione al Santo di Padova aumentò e i fedeli cominciarono a chiamare la chiesa dei Minoriti Sant’Antonio invece di San Francesco.
Una volta edificata la chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo nel Borgo Teresiano, il popolo, per distinguere le due chiese, le denominò per semplicità Sant’Antonio Vecchio e Sant’Antonio Nuovo.
Il 17 novembre 1938 i Frati Minori Conventuali ritornano nuovamente a Trieste, edificando in via Giulia una nuova chiesa, dedicata a S. Francesco d'Assisi.
(https://www.sanfrancesco.ts.it/J4/parrocchia/storia)
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La chiesa di San Francesco di Muggia con annesso convento, originariamente eretta nel 1388 con il contributo di Bertolin Malasterva di Piacenza, si dice fondata da Sant’Antonio da Padova stesso; è stata quasi completamente rinnovata già nel 1411, perchè ritenuta troppo piccola, e oggi rappresenta un interessante esempio di gotico francescano. Dell’antico convento, soppresso in età napolenica, rimane solo il pozzo al centro del cortile della chiesa, e sui cui resti oggi sorge la nuova casa parrocchiale a firma dell’architetto triestino Romano Boico inaugurata nel 1964. L’edificio medievale era circondato da mura, in parte visibili ancora oggi, e dell’originaria struttura difensiva rimangono solo una torre e due porte.
La facciata presenta una lunetta con una scultura a tutto tondo della Vergine in trono con Bambino, sopra il portale d’ingresso, mentre sul lato sinistro un’iscrizione rinascimentale con lo stemma di Malasterva racconta la storia della chiesa. L’edificio è arricchito da tre significative sculture del Novecento: un prezioso Sant’Antonio in facciata e un incisivo San Francesco nel chiostro della casa canonico, entrambi eleganti bronzi dello scultore triestino Nino Spagnoli, nonché un raffinato gesso dipinto dello scultore muggesano Giuseppe Negrisin.
L’interno della chiesa conserva preziose testimonianze del passato, sul pavimento le lastre tombali con stemma che ricordano le antiche famiglie patrizie di Muggia del Cinque e Seicento, mentre negli altari laterali custodisce tre importanti opere: una delicata scultura della Pietà del Quattrocento, studiato esempio di Vesperbild, una Madonna allattante, tempera tardogotica, e infine una Madonna della Cintura, dipinto seicentesco del pittore veneziano Pietro Liberi.
(https://muggiacultura.eu/cultura/percorsi/percorsi-nelle-chiese/)
Vi invitiamo a un pellegrinaggio a Medjugorje, guidato dal parroco p. Gabriele.
Per info e iscrizioni: 3479079168
Vi invitiamo a un pellegrinaggio a Medjugorje, guidato dal parroco p. Gabriele.
ISCRIZIONI ENTRO IL 20 DICEMBRE!
Programma (oltre a Trieste ci saranno anche altri punti di carico, in base alle provenienze): clicca qui
Possono partecipare sia giovani che adulti
PARTENZE DAL VENETO E DAL FRIULI VENEZIA GIULIA