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Andrà a Finire Bene

I questi giorni il mio pensiero va alla Pasqua dell’anno scorso. Una Pasqua da «Sabato Santo». Una tomba sigillata. Un pesante macigno era stato posto sulla nostra vita, sui nostri sogni e progetti. Sembrava impossibile rimuoverlo.

Quest’anno da quella tomba anche se non è completamente aperta, si vedono dei bagliori che danno speranza. Ancora un po’, manca poco all’alba … alla Risurrezione. Coraggio!

Maria, la madre di Gesù, aveva accompagnato suo Figlio fin sulla croce, accogliendo il suo ultimo respiro. Poi se ne era andata. Non voleva piangere e perdere tempo nella sepoltura di Uno che da lì a poco sarebbe risorto.

In questa Pasqua vogliamo stare accanto a Maria per imparare a credere ancora nella risurrezione.

Coraggio bambini, ragazzi, «ancora qualche ora» e l’alba della vostra risurrezione con il ritorno a scuola  sta per arrivare.

Coraggio giovani, «ancora qualche ora» e i vostri sogni e i vostri progetti riprenderanno forma e colore.

Coraggio donne e uomini, «ancora qualche ora» e il lavoro riprenderà e tornerà finalmente la gioia e la serenità in famiglia.

Coraggio medici, infermieri, operatori sanitari, «ancora qualche ora» e finalmente potete riposarvi e recuperare le tante forze profuse in questi lunghissimi mesi.

Coraggio persone sole e ammalate, «ancora qualche ora» e potete finalmente sorridere nuovamente alla vita.

Carissime amiche e amici, anche quest’anno noi frati desideriamo rinnovarvi il nostro affetto e il nostro pensiero soprattutto nella preghiera. Siamo felici di vivere con voi questa Pasqua, seppur con i dovuti limiti.

Vi auguriamo che la fiducia e la speranza non venga mai meno perché da quando Gesù è risorto non possiamo più aver paura.

Con S. Francesco: Il Signore vi benedica e vi custodisca.

Buona Pasqua. Con affetto

I vostri frati

A. Pastorello, Luciano, Franco, Antonio, Anicet e Gabriele

Il Natale di Gesù e di Maria

Gesù, in questo Natale, il mio pensiero va ai medici, infermieri, operatori sanitari che nella tempesta pandemica con amore, forza e coraggio si sono donati ad ogni persona per salvarla. Non si sono tirati indietro e tanti di loro hanno perso la vita per amore. Così hai fatto anche tu Gesù 2.000 anni fa quando ti sei fatto bambino per condividere la nostra esistenza, per salvarci.

Conoscevi la nostra situazione di fatica, di stanchezza e di morte, ma non hai avuto paura, non ti sei tirato indietro. Il tuo amore ti ha spinto fino a donare la tua vita per noi.

E con te tua madre Maria. A lei veniva chiesto l’impossibile: avere te Gesù, figlio di Dio, il Messia. Quando sei nato ti ha accolto con infinito amore ma anche con altrettanto stupore: un Dio che si fa uomo e nasce da una donna. E’ rimasta senza parole quando ha visto i pastori giungere alla tua grotta. Come è possibile! Lei sapeva che il Messia alla sua venuta avrebbe sterminato persone come i pastori, persone disgraziate, cattive e peccatrici. Invece tu li hai accolti con il tuo dolcissimo sorriso … Cosa stava succedendo? E dopo 8 giorni quando ti hanno portato al tempio tua madre si sente dire dal vecchio Simeone che tu saresti stato “Luce per illuminare le genti”. Ma come: tu eri venuto solo per gli ebrei! E tua madre non capisce.

E poi, all’età di 12 anni i tuoi genitori ti portano al tempio e tu “ti perdi”. E a loro che con affanno ti cercavano: “non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio”? …e tua Madre ancora una volta non capisce.

Ma sarà sempre così fino all’ultimo istante della tua vita quando, deposto dalla croce, ti ha stretto tra le sue braccia: “Come è possibile … il Messia che doveva dominare il mondo … umiliato, disprezzato, trattato come un delinquente, ucciso tra atroci sofferenze. Perché?

E la risposta, dopo tante sofferenze e dubbi, è arrivata: la RISURREZIONE: pienezza di ogni vita, risposta ad ogni interrogativo.

Caro Gesù, tua madre ci insegna a “custodire ogni cosa nel proprio cuore”: mi succede qualcosa, non la capisco? Non importa, devo custodirla e a suo tempo capirò, a suo tempo ogni cosa mi parlerà e mi sarà chiara. Ecco la speranza.

Allora Natale vuol dire: credere, accettare, accogliere.

Grazie Gesù per la tua venuta tra noi e per tua madre Maria che ha saputo sempre fidarsi della Parola del Padre tuo.

(P. Gabriele)

NATALE: Con Maria la TENEREZZA di Dio

O Dio ti sei fatto bambino nascendo da una donna. Maria ti ha accolto con infinita dolcezza, ti ha accarezzato, baciato, stretto al suo cuore e tu coccolato da tanto amore sei diventato tenerezza per il mondo intero.

Accanto a Maria hai dimenticato la povertà, i disagi, la solitudine di quel momento. Non ti sei arrabbiato, non hai perso il tuo dolce sorriso, ma hai saputo donare a chi ti guardava speranza e fiducia in qualcosa di bello e di grande.

Anche il nostro Natale di quest’anno assomiglia più che mai al tuo e abbiamo bisogno come te di tua madre, Maria.

Maria, sii accanto anche a noi in questo Natale così strano e irreale. Abbiamo bisogno della tua dolcezza, delle tue carezze, dei tuoi baci che ci aiutino a vivere questo momento difficile dove ci è negato ogni abbraccio, ogni carezza perfino nel momento di lasciare questa esistenza, mentre tu, almeno, hai potuto abbracciare e baciare il tuo Gesù nel momento della sua morte.

Aiutaci Maria a credere che quel Gesù che tu hai accolto tra le tue braccia è venuto per noi per aiutarci a non perdere la speranza. Facci assaporare la dolcezza e la tenerezza che oggi ci è spesso negata. Abbiamo paura anche delle persone più care perché potrebbero contagiarci.

Aiutaci a non perdere la luce e la bontà dei nostri occhi, unico mezzo che abbiamo per comunicare tra noi. Donaci la speranza che insieme, con te e il tuo Gesù accanto, possiamo riprendere il nostro cammino dopo questo momento di fatica.

Scenda su tutti voi e sulle vostre famiglie la tenerezza di Dio.

Buon Natale.

La Comunità dei frati:

A. Pastorello, Luciano, Franco, Gabriele, Antonio, Anicet

Vivere il tempo del covid-19

Signore, mi hanno chiesto di rimanere in isolamento senza avere contatti ravvicinati con gli altri, nemmeno con i miei confratelli. Tutto all’improvviso quando non te l’aspetti: accompagni un tuo confratello che ha difficoltà a camminare a fare un controllo e ti ritrovi, pur avendo usato tutte le precauzioni, in isolamento perché quel tuo confratello è risultato positivo senza alcun sintomo.

Signore stiamo vivendo un momento tanto difficile che ci riempie di paura e di ansia. Abbiamo paura di tutto e di tutti. Tutti possono essere dei potenziali pericoli da evitare.

Questa non è vita Signore!

Ci viene da chiederci: perché non ci rispondi Signore? Sembri sordo o indifferente al dolore di tante persone che perdono la vita senza un affetto, una carezza, un bacio; alla fatica dei medici e infermieri che giorno e notte cercano di arginare questa tempesta impietosa; alla solitudine di tanti anziani relegati nelle case di riposo; alla disperazione di tante persone che sono costrette a chiudere le loro attività lasciando sulla strada innumerevoli famiglie senza sostentamento.

Eppure Signore so che tu ci sei ... ma perché non ti vedo e non ti sento? Sono diventato cieco e sordo?

Mi viene in mente la tua esperienza Gesù sulla croce quando nella tua umanità disperata per la sofferenza e l’abbandono, hai gridato “Padre perché mi hai abbandonato?" Ma Dio non ti aveva abbandonato anche se tu stavi morendo. E l’hai capito e ti sei lasciato andare al Padre con fiducia. E il Padre ti ha accolto per donarti una vita immensamente più grande: la Risurrezione.

Sì anche quel momento tragico di Gesù era vita come lo è la nostra.

Che il Signore ci aiuti a fidarci ancora di Lui, a prendere in mano la nostra vita così come ce la ritroviamo per darle ancora un senso. Infonda in noi la speranza che insieme, seppur divisi, possiamo ancora camminare nella vita.

(P. Gabriele)

Prime Comunioni 2020

Dopo tanta attesa, paure e speranze abbiamo potuto celebrare le Prime Comunioni per una quarantina di bambini e bambine. Non tutti insieme come era nostro desiderio, ma a gruppi più piccoli. L’emergenza che stiamo vivendo ha spronato la nostra fantasia a trovare strategie nuove e adeguate. Abbiamo trasformato la nostra chiesa in una grande sala con al centro l’altare, Gesù, e intorno, formando una grande barca, i bambini con i loro famigliari. Tutto nel rispetto del distanziamento prescritto.

Per i bambini e bambine, ma anche per tutti i famigliari, è stata una grande festa. La bellezza di trovarsi insieme, pur divisi, attorno a Gesù, incontrarlo in mezzo a loro, poterlo stringere idealmente tra le loro braccia, un Gesù non lontano o in alto ma alla loro portata.

Tutto questo ci ha insegnato una cosa: mai perdersi di coraggio di fronte ai problemi e alla difficoltà. Non dimentichiamo che con noi c’è sempre il Signore che ci dona la forza necessaria. Chiede semplicemente la nostra fede, la nostra fiducia e disponibilità. “Con Te noi faremo cose grandi” ci dice una nota canzone.

Un grazie particolare ai catechisti che con grande dedizione e amore hanno accompagnato i nostri bambini e bambine al loro primo incontro con Gesù.

Un grande grazie alle tante persone che hanno creduto, hanno donato il proprio tempo per realizzare quello che sembrava rimanere un sogno.

Grazie ai nostri frati che, nonostante l’età, sono stati sempre presenti nell’accoglienza e nella disponibilità al sacramento della Riconciliazione.

Grazie a quanti con umiltà e dedizione si sono prestati per la pulizia e l’addobbo della chiesa.

Grazie al nostro Coro per aver rese belle ed emozionanti tutte le celebrazioni. Sono stati chiamati ad un servizio impegnativo e continuo al sabato e alla domenica e l’hanno reso con disponibilità e gioia.

Grazie ai Ministranti per la loro disponibilità al servizio liturgico.

Grazie ai genitori dei bambini e bambine per aver avuto fiducia in noi e per aver collaborato per la sistemazione della chiesa.

Grazie infine ai bambini e bambine perché con la loro gioia ed entusiasmo ci hanno aiutato a credere sempre nella vita soprattutto nei momenti di difficoltà.

Grazie di cuore a tutti

(P. Gabriele)

Maria di Nazareth … Madre in un Giorno di Festa

10 Maggio Festa della mamma

In una casa di Cana di Galilea c’è una grande festa: gioia, canti e balli per la felicità di una coppia. In questo pranzo nuziale c’è anche Gesù in mezzo alla gente che canta, ride, balla, è felice. La bellezza di un Dio che si fa trovare a tavola, gode della gioia delle sue creature. Lui crede nell’amore, lo benedice, lo apprezza, se ne prende cura e lo sostiene. Molto spesso abbiamo pensato che al divertimento Dio preferisse il sacrificio e abbiamo ricoperto il Vangelo con un velo di tristezza. Ma non è così: Dio lo troviamo soprattutto nelle piccole/grandi gioie della terra. Nel dolore Dio ci accompagna, ma non porta mai il dolore.

Gesù inizia la sua vita pubblica da una festa, da una storia d’amore per dirci che il suo rapporto con l’uomo è un rapporto nuziale fatto di festa e di gioia.

A questa festa c’è anche Maria. Anche lei mangia, ride, danza, è felice, ma insieme osserva ciò che accade attorno a lei. Lei è madre e il suo sguardo discreto le permette di vedere ciò che nessuno vede: non hanno più vino. Manca qualcosa, non di essenziale, ma che dà qualità alla vita. Nella Bibbia il vino è simbolo dell’amore felice tra un uomo e una donna, tra l’uomo e Dio. Qualcosa di immensamente grande ma nello stesso tempo tanto fragile, che può venir meno e mancare.

Maria si avvicina a suo Figlio e gli sussurra: «Non hanno più vino».

Non hanno più vino … esperienza che stiamo facendo in questo tempo. Siamo stanchi di questa situazione che sembra non finire mai, privi di energia, di passione e di entusiasmo.

Non hanno più vino … esperienza del dolore per la perdita di persone care, e per non aver potuto accompagnarle con amore e dignità.

Non hanno più vino … esperienza delle continue preoccupazioni per il lavoro, per un domani incerto a livello famigliare, affettivo e culturale.

Non hanno più vino … esperienza di tante persone sole, malate, in difficoltà economiche e psicologiche, persone oggetto di violenza e di indifferenza.

Maria non aspetta la risposta di suo Figlio ma dice ai servi: «Fate quello che vi dirà». La forza incredibile di una madre che «piega» suo Figlio perché intervenga, perché si prenda cura della felicità di quella coppia.

Anche oggi Maria è accanto a noi e si accorge che ci manca il «vino», la felicità e lo fa presente al suo Gesù. Ci invia da suo Figlio sicura che Lui interverrà.

Gesù ci chiede di portargli tutta la nostra «acqua», la nostra povertà e fragilità, il nostro dolore, le nostre preoccupazioni … Lui saprà trasformarla nel migliore dei «vini», saprà far tornare nei nostri volti e nella nostra vita il sorriso e la gioia.

Invochiamo Maria perché ci sostenga in questa fiducia nel Figlio suo.

Con la preghiera e con l’affetto

(P. Gabriele)

Ripresa celebrazioni liturgiche

Da lunedì 18 maggio riprenderanno le celebrazioni liturgiche.
𝐒𝐢 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐫𝐝𝐚 𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐬𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚 𝐝𝐚𝐥 𝐩𝐫𝐞𝐜𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐟𝐞𝐬𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐢 𝐝𝐢 𝐞𝐭𝐚' 𝐞 𝐝𝐢 𝐬𝐚𝐥𝐮𝐭𝐞.