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Prime Comunioni 2020

Dopo tanta attesa, paure e speranze abbiamo potuto celebrare le Prime Comunioni per una quarantina di bambini e bambine. Non tutti insieme come era nostro desiderio, ma a gruppi più piccoli. L’emergenza che stiamo vivendo ha spronato la nostra fantasia a trovare strategie nuove e adeguate. Abbiamo trasformato la nostra chiesa in una grande sala con al centro l’altare, Gesù, e intorno, formando una grande barca, i bambini con i loro famigliari. Tutto nel rispetto del distanziamento prescritto.

Per i bambini e bambine, ma anche per tutti i famigliari, è stata una grande festa. La bellezza di trovarsi insieme, pur divisi, attorno a Gesù, incontrarlo in mezzo a loro, poterlo stringere idealmente tra le loro braccia, un Gesù non lontano o in alto ma alla loro portata.

Tutto questo ci ha insegnato una cosa: mai perdersi di coraggio di fronte ai problemi e alla difficoltà. Non dimentichiamo che con noi c’è sempre il Signore che ci dona la forza necessaria. Chiede semplicemente la nostra fede, la nostra fiducia e disponibilità. “Con Te noi faremo cose grandi” ci dice una nota canzone.

Un grazie particolare ai catechisti che con grande dedizione e amore hanno accompagnato i nostri bambini e bambine al loro primo incontro con Gesù.

Un grande grazie alle tante persone che hanno creduto, hanno donato il proprio tempo per realizzare quello che sembrava rimanere un sogno.

Grazie ai nostri frati che, nonostante l’età, sono stati sempre presenti nell’accoglienza e nella disponibilità al sacramento della Riconciliazione.

Grazie a quanti con umiltà e dedizione si sono prestati per la pulizia e l’addobbo della chiesa.

Grazie al nostro Coro per aver rese belle ed emozionanti tutte le celebrazioni. Sono stati chiamati ad un servizio impegnativo e continuo al sabato e alla domenica e l’hanno reso con disponibilità e gioia.

Grazie ai Ministranti per la loro disponibilità al servizio liturgico.

Grazie ai genitori dei bambini e bambine per aver avuto fiducia in noi e per aver collaborato per la sistemazione della chiesa.

Grazie infine ai bambini e bambine perché con la loro gioia ed entusiasmo ci hanno aiutato a credere sempre nella vita soprattutto nei momenti di difficoltà.

Grazie di cuore a tutti

(P. Gabriele)

Maria di Nazareth … Madre in un Giorno di Festa

10 Maggio Festa della mamma

In una casa di Cana di Galilea c’è una grande festa: gioia, canti e balli per la felicità di una coppia. In questo pranzo nuziale c’è anche Gesù in mezzo alla gente che canta, ride, balla, è felice. La bellezza di un Dio che si fa trovare a tavola, gode della gioia delle sue creature. Lui crede nell’amore, lo benedice, lo apprezza, se ne prende cura e lo sostiene. Molto spesso abbiamo pensato che al divertimento Dio preferisse il sacrificio e abbiamo ricoperto il Vangelo con un velo di tristezza. Ma non è così: Dio lo troviamo soprattutto nelle piccole/grandi gioie della terra. Nel dolore Dio ci accompagna, ma non porta mai il dolore.

Gesù inizia la sua vita pubblica da una festa, da una storia d’amore per dirci che il suo rapporto con l’uomo è un rapporto nuziale fatto di festa e di gioia.

A questa festa c’è anche Maria. Anche lei mangia, ride, danza, è felice, ma insieme osserva ciò che accade attorno a lei. Lei è madre e il suo sguardo discreto le permette di vedere ciò che nessuno vede: non hanno più vino. Manca qualcosa, non di essenziale, ma che dà qualità alla vita. Nella Bibbia il vino è simbolo dell’amore felice tra un uomo e una donna, tra l’uomo e Dio. Qualcosa di immensamente grande ma nello stesso tempo tanto fragile, che può venir meno e mancare.

Maria si avvicina a suo Figlio e gli sussurra: «Non hanno più vino».

Non hanno più vino … esperienza che stiamo facendo in questo tempo. Siamo stanchi di questa situazione che sembra non finire mai, privi di energia, di passione e di entusiasmo.

Non hanno più vino … esperienza del dolore per la perdita di persone care, e per non aver potuto accompagnarle con amore e dignità.

Non hanno più vino … esperienza delle continue preoccupazioni per il lavoro, per un domani incerto a livello famigliare, affettivo e culturale.

Non hanno più vino … esperienza di tante persone sole, malate, in difficoltà economiche e psicologiche, persone oggetto di violenza e di indifferenza.

Maria non aspetta la risposta di suo Figlio ma dice ai servi: «Fate quello che vi dirà». La forza incredibile di una madre che «piega» suo Figlio perché intervenga, perché si prenda cura della felicità di quella coppia.

Anche oggi Maria è accanto a noi e si accorge che ci manca il «vino», la felicità e lo fa presente al suo Gesù. Ci invia da suo Figlio sicura che Lui interverrà.

Gesù ci chiede di portargli tutta la nostra «acqua», la nostra povertà e fragilità, il nostro dolore, le nostre preoccupazioni … Lui saprà trasformarla nel migliore dei «vini», saprà far tornare nei nostri volti e nella nostra vita il sorriso e la gioia.

Invochiamo Maria perché ci sostenga in questa fiducia nel Figlio suo.

Con la preghiera e con l’affetto

(P. Gabriele)

Ripresa celebrazioni liturgiche

Da lunedì 18 maggio riprenderanno le celebrazioni liturgiche.
𝐒𝐢 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐫𝐝𝐚 𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐬𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚 𝐝𝐚𝐥 𝐩𝐫𝐞𝐜𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐟𝐞𝐬𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐢 𝐝𝐢 𝐞𝐭𝐚' 𝐞 𝐝𝐢 𝐬𝐚𝐥𝐮𝐭𝐞.

Maria di Nazareth … Accanto a Noi

Maria, una ragazza di Nazareth. Un giorno l’angelo Gabriele ti dice: “Sii felice Maria, Dio si è chinato su di te, si è innamorato di te e ti stringe in un abbraccio. Dio ha scelto il tuo grembo per farsi uomo”. Tu rimani senza parole, ma avverti l’amore infinito di Dio, lo Spirito Santo, che ti rende madre. “Eccomi”, sussurri, e ha inizio il grande sogno di Dio per noi.

Da quel momento sarai accanto a questo Figlio per capirlo, aiutarlo e sostenerlo nel progetto che Dio gli aveva affidato. Ci saranno momenti di difficoltà, di paura, di incomprensione, ma mai dimenticherai il momento in cui Dio si è innamorato di te. Rimani accanto a quel Figlio che a 12 anni ti risponde: “Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?” Parole difficili ma custodite nel tuo cuore con fiducia. Rimani accanto a quel Figlio durante la vita pubblica soprattutto quando lo credono un pazzo, uno squilibrato per il solo fatto che predica l’amore, l’accoglienza e il rispetto per tutte le persone. Rimani accanto a quel Figlio soprattutto nel momento del dolore, della sofferenza.

Penso che in quei momenti tu abbia incoraggiato e sostenuto il suo cammino. Pur con le lacrime agli occhi, pur non capendo il perché di tanta cattiveria e crudeltà verso una persona che aveva fatto solo del bene, gli sussurravi: “Coraggio figlio mio, sono qui con te, non aver paura, il Padre tuo non ti ha abbandonato, anche se tutto te lo fa credere. Tutti abbiamo bisogno del tuo amore, della tua vita, per riavere la nostra vera vita”.

E alla fine hai stretto per l’ultima volta quel corpo martoriato, senza vita. L’hai stretto forte tra le tue braccia con quell’affetto di sempre preparandolo alla risurrezione. Tutti l’avevano abbandonato, nessuno più credeva in Lui, nella sua risurrezione, ma tu sì perché nel tuo cuore hai sempre coltivato il momento in cui Dio ti ha stretta nel suo abbraccio e ti ha chiamata: “Amata per sempre”.

E ancora oggi Maria sei accanto a noi perché non hai dimenticato le ultime parole di tuo Figlio: “Donna, ecco tuo figlio”, ecco tutti i tuoi figli per i quali io dono la mia vita.

Ti preghiamo Maria, in questo mese di maggio a te dedicato, di accompagnarci in questi giorni tristi per illuminarli di speranza e fiducia. Rimani accanto alle tante famiglie che hanno perso un loro caro, alle famiglie che stanno vivendo situazioni di grande disagio economico e affettivo.

Sii accanto e sostieni medici, infermieri e volontari: fa’ che siano le nostre mani per fare una carezza, dare un ultimo bacio a chi si trova a lottare per la vita.

Maria madre della salute tienici stretti al tuo cuore.

P Gabriele

Resta con noi Signore perché si fa sera

Due discepoli si stanno allontanando da Gerusalemme verso Emmaus, amareggiati e delusi dall’esperienza con Gesù, ormai morto da tre giorni. Lungo il cammino Gesù in persona si fa loro compagno, li rincuora e li aiuta a capire quanto è successo. Giunti a destinazione, mentre Gesù sta per continuare il cammino lo “supplicano” di rimanere con loro: “Resta con noi Signore perché si fa sera” (Lc 24,29).

 

Resta con noi Signore … perché abbiamo paura in questo momento, perché si fa sera:  abbiamo paura per noi e per i nostri cari.

Resta con noi Signore …  Penso alle persone a noi care che ora non ci sono più, al dolore per non aver potuto dar loro un’ultima carezza, un bacio.

Resta con noi Signore … Mi stringe il cuore per il sacrificio di tanti medici e infermieri che hanno lottato notte e giorno senza risparmiarsi per curare gli ammalati.

Resta con noi Signore … Mi dispiace per i numerosi bambini della nostra comunità che avevano in programma la loro Prima Comunione a maggio. Non si farà e non è possibile fissare un altro momento certo.

Resta con noi Signore … Vedo la delusione nei bambini che si stavano preparando alla loro Prima Confessione, all’incontro con Gesù che come un papà buono ti accoglie sempre pronto ad aiutarti nei momenti di difficoltà e di fragilità. La data prevista a fine aprile/inizio maggio è da aggiornare aspettando tempi migliori.

Resta con noi Signore … Penso alla preoccupazione e all’amarezza di alcune coppie che si stanno preparando al matrimonio. Momento di grande incertezza, di sogni e investimenti affettivi ed economici a rischio.

Resta con noi Signore … Mi addolora chi è solo e non ha nessuno che l’aiuti, chi non può vedere i propri genitori, i figli, i nipoti, il fidanzato, la fidanzata. Chi è oggetto di violenza in casa, chi sta male e non sa come curarsi, chi è preso dal panico o dalla depressione e tanti altri che per motivi diversi soffrono a causa di questa situazione.

Resta con noi Signore … Penso alla nostra chiesa vuota e priva di quel calore che ogni domenica ti riscaldava il cuore. Attesa … non possiamo vivere senza Eucaristia: ne va della nostra vita spirituale. Ci deve pur essere un modo per superare questa difficoltà. E’ vero c’è la possibilità della Comunione Spirituale ma non si può vivere una relazione solo con il pensiero o con il desiderio, abbiamo bisogno di un incontro “fisico”, abbiamo bisogno di mangiare quel “Pane” chi ci sostiene e ci da vita. Abbiamo bisogno di una comunità.

 

Sì o Signore, abbiamo bisogno della tua presenza in questa “sera” che ci spaventa. Fermati a cena con noi per spezzare ancora una volta il pane per noi, per “aprire i nostri occhi” e capire che tu sei il Risorto, colui che può infondere in noi sempre nuova speranza e fiducia. Fa “ardere” il nostro cuore con la tua Parola e fa che presto ritorniamo a sederci a tavola con te nella Celebrazione Eucaristica con la nostra comunità.

Noi frati vi ricordiamo sempre con affetto e ogni giorno preghiamo per voi

(P. Gabriele)

Dio non lasciarci in balia della tempesta

«Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca … ci siamo tutti».

(27 marzo 2020 -  Preghiera di Papa Francesco per la fine della Pandemia)

 

Il giorno di Pasqua alle donne che si allontanano dal sepolcro vuoto per dare l’annuncio della Risurrezione, Gesù dice loro: Non temete, andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno” (Mt 28, 9). Gesù risorto invita anche noi ad andare in “Galilea”, nella nostra realtà fatta spesso di fatica, di fragilità, di incontri diversi, la nostra quotidianità: qui lo possiamo incontrare.

In questo momento così faticoso dove incontriamo Gesù risorto?

Papa Francesco ci propone un lungo elenco di incontri con il Risorto. Sono i «Medici, infermieri e infermiere, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo».

Queste persone in questo momento sono la presenza viva del Risorto che ci ripete: «Non abbiate paura, io sono accanto a voi in questa difficile lotta».

In questo periodo nella nostra realtà parrocchiale vedo la presenza del Risorto anche attraverso i nostri volontari della Caritas. Persone che tengono costantemente i contatti con i poveri, preparano le buste con gli alimenti da consegnare ai bisognosi. Vanno loro stessi a fare la spesa di alimenti freschi grazie alle offerte di persone generose e sensibili.

Gesù nessuno l’ha visto risorgere in quella notte, ma noi ne abbiamo la certezza attraverso queste persone umili, semplici, disponibili che hanno capito che la vita ha senso e valore se la doniamo agli altri. Grazie a nome di tutta la comunità parrocchiale. Ricordandovi sempre nella preghiera, con affetto

(P. Gabriele)

Dio onnipotente e misericordioso,

guarda la nostra dolorosa condizione:

conforta i tuoi figli e apri i nostri cuori alla speranza,

perché sentiamo in mezzo a noi la tua presenza di Padre.

(Papa Francesco)

La tomba vuota la Mia Chiesa vuota

Il giorno di Pasqua entro in chiesa, nella mia chiesa ed è vuota. Guardo il grande crocifisso sul fondo e mi viene un nodo alla gola … Dio dove sei? Dove ti hanno nascosto? Dov’è la mia comunità che ogni domenica incontravo: un abbraccio, una stretta di mano, un sorriso, quel vociare allegro e gioioso dei bambini, dei ragazzi, degli adulti, che esprimeva la gioia di un incontro. Dove sono ora? Tutti chiusi in casa nella paura ma anche nella speranza.

Nella mia mente rivedo l’esperienza di Maria di Màgdala la mattina di Pasqua. Va al sepolcro per incontrare il suo Gesù «morto», ma si ritrova di fronte ad un sepolcro vuoto. E’ spaventata:  «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!» (Gv 20,2). E mentre piange fuori dal sepolcro Gesù le si avvicina e la chiama per nome «Maria». Lei riconosce la voce e il suo cuore batte forte forte. Il mio Gesù è vivo, è risorto!

«Perché cercate tra i morti colui che è vivo?» (Lc 24,5).

«Non temete, andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno» (Mt 28,10).

Ecco, Gesù, il Risorto, mi invita a lasciare il sepolcro vuoto per ritrovarLo nella vita di ogni giorno: nei medici, infermieri, volontari e forze dell’ordine che ogni giorno donano «Vita, Resurrezione» a tante persone malate e bisognose. Nella mia famiglia nel prendermi cura dei miei figli, di mio marito o di mia moglie e degli anziani, genitori e nonni. Nel rimanere in casa e nel rispetto delle leggi per essere fonte di «Vita, Resurrezione» per me e per gli altri. Nei momenti di preghiera personale per invocare «Vita, Resurrezione» per me e per tutte le persone.

Carissime amiche e amici, noi frati sentiamo la vostra mancanza. Ci mancate, e tanto! Ogni giorno nella Celebrazione Eucaristica nel Pane e nel Vino che offriamo a Dio per mezzo di Gesù Cristo ci siete anche voi, con le vostre preoccupazioni, paure, momenti di dolore, ma anche con la vostra speranza.

Con le parole di Papa Francesco vi invitiamo: Fate un gesto di tenerezza verso chi soffre, verso i bambini, verso gli anziani. Dite loro che i Frati vi sono vicini e pregano, perché il Signore ci liberi tutti presto dal male.

Vi auguriamo che questa sia per tutti voi una Pasqua speciale che vi aiuti a sentire la voce del Risorto che vi chiama per nome: «Maria, Paolo, Michela, Andrea … non temere, Io sono con te sempre, non ti lascerò mai».

Con S. Francesco: Il Signore vi benedica e vi custodisca.

Buona Pasqua. Con affetto

I vostri frati

A. Pastorello, Luciano, Franco, Antonio e Gabriele