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GRAZIE!

Al Signore che mi ha voluto qui con voi. Alla Comunità dei frati che mi ha accolto con affetto e incoraggiamento. A tutti voi che mi avete accolto con simpatia, stima e calore. Grazie a quanti mi hanno mandato dei messaggi augurali ancor prima della mia venuta qui.

Come avete potuto costatare la comunità dei frati non è più giovane. Non possiamo darvi la giovinezza, ma possiamo darvi la saggezza dei nostri anni, la capacità di ascolto, la pazienza, la dolcezza di un nonno, di un padre e di un fratello.

Sono venuto in mezzo a voi e con me Luciano e Antonio, con gioia e con il desiderio di camminare con voi, possiamo dire, mano nella mano. Non vi nascondo la preoccupazione per un compito e una responsabilità così impegnativa. Confido molto nell'aiuto del Signore, nell'aiuto della comunità dei frati e nel vostro.

Venendo qui ho trovato una bella comunità, viva e vivace. Me ne sono reso conto già questa estate al camposcuola dei ragazzi a Sutrio: una bel gruppo di ragazzi, una squadra bellissima di catechisti - animatori. Questa estate incontrando i ragazzi al camposcuola avevo una maglietta con la scritta: “Voglia di sognare”. Sì desidero ancora sognare assieme a voi.

Sogno una comunità che si ritrova come famiglia alla domenica per pregare insieme. Sogno una comunità che si prende cura in particolare dei bambini, ragazzi, adolescenti e giovani. Sogno una comunità che si prende cura delle famiglie che si stanno formando, di quelle appena formate, e di tutte le famiglie in particolare di quelle in difficoltà e a volte ferite nel loro cammino d'amore.

Sogno una comunità che si prende cura delle persone bisognose, sole e abbandonate. Sogno una comunità accogliente, capace di rispetto e di misericordia. Sogno una comunità dove si sente il bisogno di camminare insieme, di condividere e di aiutarsi l’un l’altro, capace di responsabilità, che sente la parrocchia come la sua famiglia, che sa donare il proprio amore, il proprio tempo e le proprie competenze per il bene di tutti. Sogno una comunità che vuole bene ai frati, che li aiuta ad amare e servire il Signore nei fratelli e sorelle.

Vi chiedo, come lo chiede continuamente Papa Francesco, di pregare per noi frati. Aiutateci a ad essere e a vivere da Frati. Non chiedeteci cose che potete fare anche voi come laici. Non permetteteci di invadere il vostro campo. Aiutateci a sentirci anche noi famiglia e lasciateci il tempo di stare in famiglia per pregare e condividere un po’ di tempo insieme perché è importante per noi come lo è per voi.

Vi portiamo sempre nel nostro cuore e nella nostra preghiera.

Gabriele

Il saluto della comunità a P. Tiberio

Caro Tiberio,

questa comunità si è riunita oggi attorno a te per celebrare il giorno del Signore e per ringraziarlo del dono di questo periodo in cui sei rimasto con noi.

Hai dimostrato di avere le idee chiare e di avere ben presente la via da seguire. Hai saputo chiedere e ottenere l’aiuto di tanti laici che hanno condiviso la tua visione dell’agire. Molti hanno così scoperto il piacere di sentirsi parte attiva della Chiesa. Questo ha favorito la creazione di una parrocchia viva, ricca d’idee, in cui chi ha voglia di impegnarsi e partecipare, può farlo, nel contesto di un gruppo disponibile al confronto e ricco di talenti, di dialettica e di stimolanti differenze.

Ci hai dato sicurezza con la tua parola; ci hai dato energia con i consigli e le tue risposte sempre pronte. Ci hai incoraggiato a cambiare il nostro modo di vivere la fede. Ci hai incitato ad essere cristiani “coerenti”, in tutte le manifestazioni della nostra vita sociale, a partire dalla famiglia, e poi nel lavoro e nella società civile. Ci hai insegnato che essere veri cristiani è scomodo, ci si sporca le mani e talvolta si è perdenti su questa Terra. Ci hai ricordato che Cristo non è venuto a proporci il “quieto vivere”, come obiettivo, ma la salvezza eterna. Ci hai insegnato a considerare la Parrocchia come la nostra casa (anche se la nostra casa è un po’ più riscaldata) e, si sa, che a casa, ci si sente a proprio agio, se si condividono gli stessi valori e le stesse esperienze. Ci hai insegnato ad amare sempre di più la famiglia francescana, anche accompagnandoci nei luoghi cari a S. Francesco e S. Antonio, dove ci hai fatto correre con un occhio sempre all’orologio, per stare nei tempi che tu avevi pianificato nel dettaglio con estrema minuziosità.

Sei stato coraggioso! Hai saputo mostrare anche i tuoi limiti, e per questo ti abbiamo apprezzato ancora di più. Sei stato anche un amico, per molti di noi! Sei stato l’amico “vero”, quello che vuole il tuo bene, la tua salvezza. La tua sensibilità ha saputo valorizzare ognuno di noi con sapienti apprezzamenti e continui incoraggiamenti. Sei stato sempre disponibile per tutti, ma hai diversificato il tuo rapportarti con ciascuno di noi, in modo che tutti ci potessimo sentire compresi e incoraggiati a donare i nostri talenti.

Ti siamo grati per le responsabilità che ti sei preso, accollandoti decisioni non facili, correndo su e giù per le scale della Parrocchia talmente velocemente da vedere solo il lembo del tuo saio che aleggiava.

Per tutte queste qualità, e per il tuo impegno, caro Tiberio, ti ringraziamo di cuore. Ci sentiamo privilegiati per averti conosciuto e apprezzato. Ora la nostra comunità si accinge a salutare nuovamente, e dopo poco tempo, il proprio parroco. Questa è per noi una prova difficile, per l’unione che si era creata tra te e questa comunità. Siamo consapevoli che questo trasferimento sia ancora più difficile per te.

Accettando la proposta che ti è stata fatta, pur coi dubbi ed i timori comuni a tutti gli uomini, ci hai mostrato concretamente cosa vuol dire “sia fatta la Tua volontà”. Per questo esempio, anche noi abbiamo accettato, seppure sia naturale il dolore e un po’ di disorientamento. Siamo però convinti che la tua opera sia in questo momento necessaria nella fraterna comunità francescana di Lisbona. Grazie Tiberio, anche per quest’ultimo tuo insegnamento. Ora ci affidiamo con fiducia, come anche tu ci suggerisci, nelle mani del nostro nuovo pastore, Padre Gabriele.

Caro Padre Gabriele, cercheremo di portare avanti i progetti, di far crescere la comunità, di renderla ancora più viva con la tua guida. Siamo consapevoli che troverai una realtà con alcuni limiti, ma anche con molte risorse umane e spirituali, frutto del lavoro di coloro che ti hanno preceduto.

Caro Tiberio, noi chiediamo al Signore che ti possa sempre lasciare questo desiderio forte che hai di Lui, ti sostenga sempre nel tuo ministero sacerdotale ovunque sarai e che ti aiuti a realizzare il Suo disegno per la comunità di Lisbona.

Grazie Tiberio!

Omelia di Saluto di p. Tiberio

SALUTO ALLA COMUNITA’ DI S. FRANCESCO

Trieste, 10 Settembre 2017 (23° domenica del Tempo Ordinario: Ez 33,1.7-9, Sal 94/95; Rm 13,8-10; Mt 18,15-20)

  1. Carissimi fedeli della comunità parrocchiale di s. Francesco (ringrazio anche p. Stefano dei padri gesuiti, parroco della confinante parrocchia del Sacro Cuore di Gesù e d. Andrea Mosca, parroco di Roiano, che rappresentano rispettivamente il nostro Decanato di s. Antonio Taumaturgo e la nostra Diocesi), eccomi qui a salutarvi dopo 8 anni di Grazia vissuti con voi: 4 come vicario e 4 da parroco. E’ stata un’esperienza unica e meravigliosa, per questo voglio dar lode al Signore e benedirlo con voi e grazie a voi!
    Non credo che le parole possano aggiungere molto a quanto portiamo nel cuore (in emozioni e sentimenti, esperienze, fatti che ci hanno messo alla prova e ci hanno fatto crescere nella fede), ma le utilizzerò per lasciare memoria di qualche passo fatto, per me importante.
  2. Innanzitutto, l’esperienza unica di essere vicario e successivamente parroco: questo mi ha aiutato molto a capire le dinamiche relazionali, legate al ruolo che ho ricoperto.
    Quando sei vicario, anche se giovane e creativo, puoi fare tante cose buone e belle, ma sembrano delle aggiunte, dei post-it. Diventi subito simpatico; mal che ti possa capitare, se fai male, la gente ti ignora.
    Quando invece sei parroco tutto cambia: si intensifica in fatiche e gioie; Non pensavo! Anche la cosa più insignificante che fai, è come se tu la generassi. Vi sento carne della mia carne, come un figlio per la propria madre!
  3. Avete sentito la prima lettura, dal profeta Ezechiele: “Tu, pastore, sei responsabile della vita del tuo gregge, avvisalo quando fa qualcosa di male e si trova nel male!” Ed anche il Vangelo, con la necessità della correzione fraterna, fare verità nella carità, con i fratelli a te vicini o affidati a te.
  4. Come vedo il mio essere pastore? Con uno slogan mi definirei il frate delle 3T: Tiberio, parroco Traghettatore a Trieste, verso la RIFORMA della nostra comunità, mediante ACCOGLIENZA E ACCOMPAGNAMENTO, con Misericordia e Tenerezza, Chiarezza e Fermezza.
  5. Ho messo al centro della vita pastorale LE FAMIGLIE, senza dimenticare le singole persone. E’ bello sapere che i ministranti ieri, per me, hanno affrontato e preso la pioggia per poter fare le prove per oggi! In questi giorni di saluto mi è capitato di incontrare persone il cui volto mi era sconosciuto, e che mi hanno fermato ringraziandomi per parole o azioni che hanno colto in me e che ha fatto loro molto bene. Altre, invece, mi avevano chiesto un ascolto ed una parola, e per questo si sono sentite riconciliate con Dio e con la Chiesa e hanno ripreso il loro cammino di fede nella comunità cristiana. Questo mi ha fatto pensare e ringraziare: il Signore lavora sempre, anche nei momenti e modi che tu non puoi prevedere. Grazie Signore per queste piccole gioie che doni ad un piccolo parroco proveniente dalla campagna come me!
  6. Il pastore deve essere un acuto osservatore, un attento ascoltatore, deve saper intuire, progettare, coinvolgere, intercettare i bisogni, le forze e le sofferenze della sua comunità. Deve vigilare su tutti, specie sulle persone più deboli. Anche qui ci viene incontro la parola di Dio di oggi (la Lettera ai Romani): “Siate debitori unicamente dell’amore vicendevole”.
    Ho cercato di prendermi cura dei frati e di voi tutti, sia nei gruppi che singolarmente: tanta fatica, troppo poco tempo per essere presente ovunque, per i frati che siamo. Ho consumato le scale dell’Oratorio, ma non mi sono mai stancato di andare avanti! Ho trovato tanta comprensione e tanta collaborazione per un progetto di pastorale che sappia volare e rischiare: mettersi in discussione volendo incarnare sul serio la Parola di Dio! Sento tanta gratitudine e serenità nel Signore: sempre ho avuto l’apprezzamento del Vescovo e del Ministro Provinciale; è una bella soddisfazione!
  7. E allora, perché vado via? Semplicemente perché, nonostante la sofferenza che sento nel LASCIARE, non trovo altra strada che rispondere SI! Se 8 anni fa, di fronte alla richiesta del Ministro Provinciale di venire a Trieste avessi detto di NO, io ora per voi non sarei nessuno, come pure voi per me.
  8. Con voi ho conosciuto maggiormente me stesso: i miei doni e i miei limiti e quello che il Signore vuole fare di me. Il progetto di vita di s. Francesco, essere umile, servire gli altri con disinteresse, comunicare gioia, sopportare con pazienza le avversità, saper chiedere scusa e offrire il perdono…non credo di essere arrivato, ma forse sono sulla buona strada.
  9. Vi siete accorti che non sono un oratore ma, da buon operaio che ha lavorato in fabbrica e in ospedale, conosco l’importanza del lavorare, progettare, faticare, costruire, condividere e pregare insieme (qualcuno in questi giorni mi ha confidato che, per come avevo iniziato il servizio da parroco, sembravo un frate comunista).
  10. PROGETTARE? (questo è il mio incontro vivo e tribolato con Dio, come Giacobbe quando ha lottato con l’Angelo) Sì, è importante, ma con Dio, e mai senza di Lui. In questi anni ho toccato con mano questa verità cristiana: il 4 ottobre 2013 avevo già un grande progetto da proporre ai miei frati, da vivere con loro; 18 giorni dopo p. Bruno ha scoperto un tumore cerebrale e così iniziavamo una nuova avventura non desiderata, attraverso la sua malattia e morte, che è stata anche una mia piccola morte a me stesso, ai miei pensieri e progetti. Sapete tutti che contavo molto sull’appoggio fisico e spirituale di p. Bruno, mentre da poche settimane erano arrivati come pulcini p. Renzini, p. Pastorello e p. Franco (Trieste è una realtà poco conosciuta dai frati, perché periferica nella geografia della nostra Provincia religiosa, e quindi non facile nell’inserimento: ci vogliono tempi lunghi). Ma Dio è grande! Puoi stare in piedi ed essere forte solo se percorri le sue vie.
    Una famiglia mi ha scritto: “Se affidi la tua vita al Padre, non rimani mai deluso!”
    E così è stato per me. Mi sento cresciuto nella fede e nella carità, niente mi sembra far paura (credo di aver sperimentato di tutto in questi anni: un vero super-test per i miei 50 anni).
  11. Vado nella terra di s. Antonio di Padova, ma da Lisbona. Accolgo l’obbedienza come occasione per riscoprire anch’io la testimonianza di questo grande santo andando nella sua terra natia, ricco dell’esperienza e della fede vissuta con voi. Ma voi non rimanete né orfani né poveri.
    In questi giorni una persona scherzosamente mi ha detto: “Tiberio, tu sei più giovane, ma p. Gabriele è più bello!”. Vedete: anche ciascuno dei parroci ha un “+” che lo contraddistingue. P. Lino ha ristrutturato l’interno della chiesa, io ho sistemato un po’ l’esterno e migliorato dal punto di vista ecologico ed economico la nostra realtà: io non avrei saputo fare quello che ha fatto p. Lino; probabilmente p. Gabriele non sarebbe stato in condizioni di fare quello che io ho fatto, ma lui con la sua ricca esperienza saprà senz’altro intercettare con saggezza i bisogni e la forza di questa comunità che gli consegno. Ma ci vuole mutua fiducia.
  12. Con p. Gabriele e gli altri frati continuerete a confrontarvi, a scontrarvi magari anche, ma sempre nel rispetto dei diversi ruoli e responsabilità: è importante non fare confusione. Con umiltà, fiducia e preghiera, vedrete che il Signore continuerà a guidarvi verso l’unità e la piena comunione: “Dove sono due o tre sono riuniti nel mio nome, là sono io in mezzo a loro”.
  13. Ci scambiamo l’augurio di una serena prosecuzione del nostro rispettivo cammino di vita, nel Signore. Pregate anche per me! Grazie! Até sempre!

 

                                             fra Tiberio Zilio

 

Vedi il saluto della comunità

“ATE’ SEMPRE!”

 Dopo 8 anni di Grazia vissuti a Trieste, mi accingo a partire per una nuova missione: Lisbona (Portogallo). Se qualcuno mi chiede cosa provo nel cuore, rispondo: tanta gratitudine, a Dio e a voi tutti! Dunque niente tristezza, sofferenza e fatica? Tanta anche quella, ma per fortuna è curata dal balsamo della riconoscenza al Signore per quanto di bello, intenso e coinvolgente nella fede mi ha fatto sperimentare con voi.

“LASCIARE” è un verbo difficile da declinare, e a cui non ci si vuole facilmente abituare.  Con la “Povertà” ha a che fare, e con l’Obbedienza pure.

Il problema è quello dei legami umani…(Il piccolo principe insegna: “E’ il tempo che hai speso per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante; e ne è valsa la pena di spendere tutto quel tempo per lei!”).

Mi sento privilegiato di aver potuto, anche se per soli 4 anni, guidare come parroco questa viva comunità cristiana di San Francesco. Mi pare che le nuove famiglie giovani che si sono inserite nella formazione cristiana, l’angolo dei bambini in chiesa e il Parco delle famiglie nello spazio esterno dell’Oratorio appena inaugurato siano dei segni incoraggianti nel senso di una riforma della Chiesa che non poteva ulteriormente aspettare: grazie all’appoggio dei miei frati e alla vostra fiducia riposta anche in me, abbiamo allargato il cerchio del servizio nella comunità e abbiamo incontrato tanti fratelli e sorelle desiderosi di condividere con noi il cammino della fede e la testimonianza nella solidarietà.

Mi sono trovato bene con tutti: bambini e giovani famiglie, ragazzi e giovani, adulti e le signore diversamente giovani della “Fraternitas”.

Sono convinto che, alla fine, non ci lasciamo, ma semplicemente ci separiamo fisicamente, perché la preghiera reciproca e la vera amicizia  ci manterranno uniti nel Signore, unica cosa importante.

Per questo non voglio salutarvi con un “Arrivederci!” ma con il saluto portoghese “Até sempre”, che significa: “Uniti, sempre!”.

Che Dio vi benedica!

fr. Tiberio

DOMENICA 10 SETTEMBRE ore 10.00: MESSA di SALUTO a fr. TIBERIO

Dopo 8 anni di presenza a Trieste, mi è stato ora chiesto di togliere l’ancora e salpare verso l’Oceano Atlantico, attraccando a Lisbona (Portogallo), dove i Frati Minori Conventuali hanno una comunità in zona Chelas, quartiere di periferia, dove brulicano tante famiglie povere di diverse nazionalità: dall’America Latina, dall’Africa e dall’Asia.

E’ la terra dove è nato il nostro s. Antonio! Qualcuno, divertito, afferma giustamente che io faccio il viaggio opposto: lui ha evangelizzato l’Italia del nord, e io vado ad evangelizzare la sua terra natia.

Pur nel rammarico di dover lasciare questa bella comunità e città, mi sarà gradito ringraziare il Signore con voi per quanto abbiamo vissuto insieme, in un cammino di fede e di carità.

A seguire, ci sarà un momento di agape nel cortile del Franciscanum per potervi salutare personalmente, seppur velocemente. Chi volesse contribuire con qualche torta salata o dolce, può portarli il giorno stesso, prima della messa, in Franciscanum. GRAZIE!

3/9/2017 OGGI: BENEDIZIONE ed INAUGURAZIONE dei nuovi GIOCHI

FINALMENTE …CI SIAMO!

           Già p. Lino aveva iniziato a sognare il Parco delle famiglie, quando la parrocchia ha dato vita a varie attività dedicate: la “cappellina dei disegni” per i più piccoli nella messa di domenica, il gruppo famiglie, gli incontri con i genitori del catechismo; tutte cose che cercano di coinvolgere maggiormente proprio le famiglie.

Il nostro oratorio ha sempre avuto un campo di basket/pallavolo, un campo da calcetto, alcuni spazi interni, ma mancava qualcosa che potesse richiamare e divertire soprattutto i più piccoli.

Ci abbiamo messo qualche anno, si è pensato molto a quale potesse essere la scelta migliore, informandosi sulle varie possibilità, marche, costi, scelte possibili…per orientarsi alla fine verso un gioco di legno, adatto ad una fascia 3-11 anni (così da comprendere il più possibile i bambini che ruotano attorno alla parrocchia), evitando le altalene, che creano “file di attesa”, e orientandosi su un gioco completo, in parte semplice ed in parte più impegnativo ed aggiungendo due molle per i più piccini. Nel progetto c’è anche un’area per  genitori, nonni ed accompagnatori, vicini al gioco, con panche (e nel futuro magari una griglia…)

Ci siamo lasciati coinvolgere in prima persona nella realizzazione del Parco, chiamando un parrocchiano a fare lo scavo, distribuendo noi (con molto impegno e sudore) la ghiaia nella zona di sicurezza, prestandoci a sopralluoghi e “direzione dei lavori”, ognuno col proprio carisma, così da risparmiare il più possibile. Il gruppo e la sintonia che si sono creati sono frutti preziosi di questa avventura.

C’è ancora bisogno di tutti: usiamo il gioco, portiamo i bambini a divertirsi, creiamo uno spazio ed una nuova occasione di incontro, di relazione, manteniamolo nelle migliori condizioni possibili, così che l’investimento sia davvero a lungo termine, e soprattutto viviamo come nostro lo spazio che ci viene offerto.

e se qualcuno avesse piacere di contribuire concretamente a questo sogno che si è realizzato….

Estate 2017 - Sospensioni estive

Per tutta l’estate, come di consueto, nei mesi di LUGLIO-AGOSTO-SETTEMBRE, NON CI SARA’ LA MESSA DOMENICALE DELLE 11.30.

Riprenderà Domenica 1 ottobre.

 

Il Rosario meditato (Ora di Guardia) del 1° sabato del mese, e l'adorazione eucaristica del 13 e del 25 del mese, a luglio e agosto vengono sospesi.